sabato 1 ottobre 2011

SUSANNA TAMARO in " PER SEMPRE "

                                 PER SEMPRE    di Susanna Tamaro



Susanna Tamaro è nata a Trieste il 12/12/1957. Seconda di tre figli, la sua infanzia è segnata dalla decisione del padre di lasciare la famiglia quando lei ha solo quattro anni. Nel 1976 si diploma presso l’Istituto Magistrale e vince una borsa di studio per il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, dove si trasferisce. Consegue il diploma in cinematografia e nel 1977 è aiuto regista per Salvatore Sampietri, nel film Ernesto. Nel 1978 inizia a scrivere dei racconti, che però non troveranno mai un editore. Negli anni Ottanta cura alcune regie per trasmissioni della Rai, e finalmente, nel 1989, riesce   a  pubblicare il suo primo romanzo, La testa tra le nuvole. Inizia però a soffrire di asma bronchiale e si ritira in Umbria, regione nella quale tutt’ora risiede. Il libro che segue, Per voce sola, non ottiene il successo del grande pubblico, anche se è molto apprezzato da personaggi illustri, come Federico Fellini e Alberto Moravia. Si cimenta anche con la narrativa per bambini, con il racconto Cuore di ciccia (1991),Il cerchio magico (1994), Tobia e l'angelo (1998), Papirofobia (2000), Il grande albero (2009). Ma è nel 1994, che l’autrice è riescita  ad entrare nel cuore del grande pubblico con  il suo romanzo Va’ dove ti porta il cuore, snobbato dalla critica, diventa, soprattutto grazie al passaparola tra i lettori, un successo in tutto il mondo. Ne sarà tratto il film omonimo, nel 1996, interpretato tra gli altri da Virna Lisi.
Nel 1997 esce Anima Mundi, altro successo letterario, ma in tono minore rispetto al precedente. Dal 1996 al 1998, collabora al settimanale Famiglia Cristiana e nel 1997 scrive una canzone, Il respiro più grande, che, cantata da Ron e Tosca, parteciperà al Festival di Sanremo.
Nel 2001 pubblica Raccontami, una raccolta di racconti. Da uno di essi trarrà il suo film Nel mio amore, uscito però solo in DVD. E’ invece del 2006 il romanzo Ascolta la mia voce, sequel di Va’ dove ti porta il cuore, che, come il precedente, ottiene un grande successo.
Vicina al mondo cattolico : nel 2000, infatti,  la scrittrice ha istituito la Fondazione Tamaro, ente che si alimenta esclusivamente con i diritti dei suoi libri e con eventuali donazioni, contribuendo allo sviluppo di progetti a favore delle categorie più deboli nel mondo intero. 

Profondamente animalista, è testimonial della Lipu, del Corpo forestale dello Stato, di Legambiente e del Wwf.
Il Giglio Bianco di Orvieto è l'agriturismo aperto da Susanna Tamaro per venire incontro ai turisti desiderosi di conoscere e gustare le bellezze umbre. La pensione può vantare di un'apposita struttura tipo palestra, ideale per stage di karate e incontri sportivi.www.susannatamaro.it

Esiste il "per sempre"?» mi avevi chiesto. Ti avevo stretto a me con ancora più forza. Sotto lo strato di maglie, maglioni e giacca a vento, avevo sentito vivo e caldo il tuo esile corpo. «Esiste solo il "per sempre"» ti avevo risposto.
Era questo il patto d'amore e di vita, il filo indissolubile su cui i protagonisti  avevano costruito la trama dei loro giorni. Eppure sono passati quindici anni da quando Nora  è morta  ,in un incidente stradale assieme a suo figlio ,ma Matteo non sa ancora capire se si è trattato davvero di un incidente o invece piuttosto di un suicidio.
Ora , vive in montagna, solo, in un piccolo rifugio. Ha un allevamento di pecore, un orticello. Ogni tanto qualche viaggiatore, per caso o dopo aver sentito parlare di lui, lo raggiunge e gli racconta la sua storia. Altri, di fronte alla semplicità della sua esistenza, fuggono via, terrorizzati da qualcosa che non riescono a comprendere.
 L’uomo non chiede niente per la sua ospitalità e condivide quel poco che ha con coloro che decidono di restare per fargli compagnia.
 Nessuno sa chi è, la maggior parte di coloro che lo incontrano cerca di farlo rientrare nell’ambito di una definizione rassicurante, precisa, definitiva, ma Matteo non può far parte di nessuna classificazione, perché lui è tutto e niente, tutti e nessuno. 
Ricorda quotidianamente gli interrogativi che hanno segnato il suo viaggio e che segnano il viaggio di ogni uomo: di quanto dolore sono fatte le nostre vite? E quando ha fine? Come si esce dall'inferno? E chi è Dio?
Un percorso interiore che ci racconta di quanto un uomo possa perdersi nel dolore e di come la forza rigeneratrice della Natura e il mistero della vita racchiusi nelle cose più piccole lo possano cullare, guarire e redimere, restituendolo al mondo.  La storia della  drammatica scomparsa di Nora è toccante, sconvolgente.

 La descrizione, estremamente dettagliata ma anche molto rapida, cinematografica, dell’evento come se si stesse svolgendo proprio sotto gli occhi del lettore, lascia addolorati, increduli, porta il livello di empatia con il protagonista a un piano superiore di tangibile emozione.Attraverso lo stile discorsivo di un romanzo che è anche un po’ diario, un’autobiografia dedicata alla persona amata, un percorso di crescita solitaria, ma anche comune, dove i tanti perché che il protagonista rivolge alla moglie non possono ovviamente trovare risposte dirette, se non attraverso la rielaborazione di eventi e sentimenti vissuti quando erano ancora insieme .
  Aver incontrato Nora per lui è stato come trovare un faro dopo aver navigato per molto tempo nel buio più completo; perderla, prima che lui avesse avuto il tempo di schiudersi completamente alla vita, grazie alla sua saggezza istintiva e naturale, è una totale catastrofe fisica e morale.
Matteo reagisce al dolore come un uomo qualsiasi potrebbe fare: si dà all’alcool, inizia a trascurare il lavoro, a essere egoista ai limiti della crudeltà, anche con chi desidera aiutarlo. Una discesa all’inferno di questo tipo, che potrebbe sembrare quasi stereotipata, a una più profonda riflessione rende il suo percorso ancora più credibile, proprio per la sua drammatica semplicità.
Come scopre Matteo, bisogna fare come Pollicino nel bosco, bisogna perdersi per ritrovarsi;
la storia di Matteo coinvolge il lettore, dapprima in sordina, poi sempre più intensamente, fino a renderlo partecipe dei suoi pensieri e del suo percorso di crescita, dall’infanzia al presente, in un’altalenarsi continuo e vibrante di emozioni, scoperte, distruzione e ricostruzione. Un percorso che non ha mai fine e che si teme, e si spera, non debba finire dopo la morte. Una speranza costituita da una piccola fiamma che può essere alimentata solo con la volontà e con l’azione, o con la mancanza totale e volontaria di essa.

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