domenica 30 ottobre 2011

C'ERA UNA VOLTA...IL ROMANZO GOTICO....3a parte

Il romanzo della Shelley presenta tematiche ben piu' profonde rispetto al romanzo gotico tradizionale:  in esso vive l'anima oscura dell'8oo Romantico.
 Lo scienziato Frankenstein e' l'immagine dell'uomo che ha sfidato la natura e Dio stesso, creando un mostro, e che solo davanti al fatto compiuto ha potuto realizzare quanto cio' che egli ha fatto sia orribile, spaventoso, incontrollabile. La "creatura" sfugge di mano al suo creatore, ritorcendosi contro di lui; non perche' la creatura sia o voglia essere malvagia, ma perche' essa e' rifiutata dall'umanita'. Nella creatura, nella sua bruttezza, l'uomo presume di vedere il male. Per l'uomo il mostro e' "diverso", e come tale va emarginato e punito, va eliminato. Il vero male, quindi, e' nell'uomo stesso, e la creatura per certi versi non e' che il suo "doppio", il suo alter-ego, la sua "coscienza infelice". Quando il mostro di Frankenstein chiede al suo creatore di creargli una compagna, ed egli rifiuta, esso risponde con queste parole:
"Sono malvagio perche' sono infelice. Non sono io evitato e odiato da tutta l'umanita'? Tu, il mio creatore, mi faresti a pezzi con piacere; pensa un po' a questo, e dimmi, perche' dovrei aver pieta' dell'uomo piu' di quanta egli ne abbia per me? Se tu potessi buttarmi giu' in uno di questi crepacci di ghiaccio e distruggere il mio corpo, l'opera delle tue stesse mani, questo non lo chiameresti omicidio. Io devo rispettare l'uomo quando egli mi disprezza? Fa' che egli viva con me scambiando gentilezza, e invece di dolore, io gli offrirei ogni beneficio, con lacrime di gratitudine per la sua accettazione. Ma cio' non puo' avvenire; i sensi umani sono barriere insormontabili per la nostra unione. E neppure potro' accettare la sottomissione di una indegna schiavitu'. Io vendichero' le mie offese; se non posso ispirare amore, io causero' paura, e soprattutto verso di te, il mio primo nemico, perche' mio creatore, giuro un odio inestinguibile. Stai attento; puntero' alla tua rovina, e non mi fermero' finche' non avro' fatto deserto nel tuo cuore, cosi' che maledirai l'ora della tua nascita."
Il mostro è la metafora del lato piu' oscuro della coscienza umana, e di tutto cio' che nella sua diversita' genera paura o sgomento, e viene percio' rifiutato. Torna qui inoltre il mito rousseauiano della primitiva innocenza dell'uomo, il cui animo rimane felice e incontaminato finche' non viene a contatto con la corruzione della societa'. La molteplicita' e la validita' di tutte queste chiavi di lettura rendono il romanzo della Shelley una delle pietre miliari dell'arte Romantica, se non forse la piu' pregna e simbolica.
Da quella  famosa sfida letteraria dei quattro nacquero altri racconti minori. Byron genero' La sepoltura, una storia alla quale pensava da tempo, della quale pero' elaboro' solo poche pagine che poi pubblico' nel 1819 con il titolo Un frammento. Il suo segretario nonche' medico personale John William Polidori riprese quelle pagine, ricavandone nel 1819 Il Vampiro, un fortunatissimo racconto che diede il battesimo vero e proprio al filone del cosiddetto "vampirismo".
 Il tema  non era nuovo: Goethe, ad esempio, che giudico' con entusiasmo Il Vampiro, lo aveva gia' affrontato nel 1797, con la sua Braut von Korinth.
 Ma senza dubbio, il piu' alto capolavoro del genere e' stato ed e' tuttora il Dracula del dublinese Bram Stoker (1847-1912), pubblicato nel 1897, quindi in pieno Decadentismo. L'eredita' e il potere del libro furono sensazionali: il personaggio del Conte Dracula entro' con forza nell'immaginario collettivo, divenendo un fatto di costume, un vero e proprio mito della nostra epoca. Il libro di Stoker fu di fatto anche l'ultimo grande romanzo gotico dell'800.
Nato a Dublino l'8 novembre 1847, terzo di sette figli, Abraham Stoker (ma chiamato affettuosamente in famiglia solo Bram), era figlio di un impiegato statale nell'ufficio della segreteria del castello di Dublino. Afflitto fin dalla nascita da grossi problemi fisici, vive un'infanzia solitaria fino ai sette anni, anche se ciò non contribuisce minimamente a scalfire la grande forza di volontà e l'instancabile tenacia, coniugata ad una notevole fiducia in se stesso, che mai lo abbandonarono.
Contrariamente a quanto potrebbe far intendere una certa tradizione che vuole gli scrittori intrisi di cultura umanistica, la sua formazione fu di tipo scientifico, culminata con una laurea a pieni voti in matematica al prestigioso Trinity College di Dublino.
A conclusione degli studi, sviluppa un grande interesse per la letteratura ed il teatro. Tale è la sua passione che arriverà anche a lavorare, seppur non a tempo pieno, addirittura come critico teatrale per il "Mail", acquistando la fama di severissimo stroncatore.
Fra una recensione e l'altra è costretto ad arrotondare con un lavoro più stabile e regolare: quello di impiegato dell'amministrazione pubblica.La frequentazione teatrale gli apre comunque le porte del bel mondo. Conosce così l'attore Henry Irving (famoso all'epoca per l'interpretazione di Frankenstein, personaggio partorito dalla mente della scrittrice Mary Shelley) e lo segue a Londra, diventandone amico e consigliere.
In breve, grazie anche alle sue straordinarie doti dirigenziali e alla sua grande intelligenza, Bram Stoker diventa organizzatore del Lyceum Theatre di Dublino e inizia a scrivere racconti e testi teatrali del tutto conformi alle mode del tempo, sempre in bilico fra l'effetto grand-guignolesco e il feuilleton che imperava sulle riviste popolari.
Pochi sanno che si dedicò in questo periodo (1881) anche alla letteratura per l'infanzia, per la quale scrisse una raccolta di storie per bambini, pubblicata con il titolo di "Sotto il tramonto".
E' con la pubblicazione di "Dracula", il più famoso vampiro della storia (anche se storicamente l'autentico creatore del primo vampiro fu John Polidori), che Stoker ottiene la consacrazione.
Pare che l'idea per il personaggio gli venne osservando proprio il suo amico Irving, sempre pallido, gentile e magnetico come un perfetto vampiro.
Per descrivere il castello di Dracula, Bram Stoker si ispirò ad una fortezza tutt'ora esistente a Bran, nella regione dei Carpazi. Il resto della vicenda, plasmata sul modello del romanzo epistolare e diaristico, fu ambientato nell'Inghilterra vittoriana.
Stoker morì a Londra il 20 aprile 1912 e non potè mai vedere la realizzazione cinematografica delle sue opere.


Fra le sue opere minori vale la pena di ricordare i quattro macabri racconti che poi costituirono "L'ospite di Dracula" (la raccolta uscì postuma nel 1914), "La dama del sudario" (1909) e soprattutto "La tana del Verme Bianco", uscito giusto un anno prima della sua morte.
Altra creatura fantastica partorita dalla fervida fantasia di Bram Stoker, il Verme Bianco è una creatura che vive da millenni nel sottosuolo ed è capace di prendere le sembianze di Lady Arabella, osceno incrocio tra donna e serpente.( da biografieonline)
Malgrado l'affascinante e disturbante soggetto, il romanzo non eguagliò neanche per un istante il successo di "Dracula".

Trama : Questo romanzo è ambientato tra Londra e la Transilvania del secolo XIX.
Inizia con il viaggio di un giovane procuratore legale, Jonathan Harker, per la Transilvania e precisamente in un castello diroccato per incontrare un suo cliente, il conte Dracula, per parlargli dell'acquisto di alcune proprietà immobiliari a Londra. Dopo il suo arrivo al castello il giovane scopre di essere diventato prigioniero del Conte e tramite alcuni indizi (come il fatto che il malefico non mangiasse e non fosse presente durante il giorno), scopre che dietro alla figura di un membro dell'aristocrazia si nasconde un essere malvagio e dopo essersi inoltrato nelle catacombe, scopre delle casse e in una di esse trova il Conte immerso nel suo sonno. Jonathan tenta la fuga in tutti i modi , ma senza alcun successo. Intanto Dracula decide di partire per Londra perchè ormai la Transilvania non gli offre molte vittime.
A Londra vive la futura sposa di Jonathan, Mina che è in uno stato di angoscia per la mancanza del suo amato. Come il giovane legale anche Mina ha un diario stenografato, dove appunta tutto ciò che le succede e in alcuni momenti scrive della stranezza della sua migliore amica Lucy Westenra. Infatti è affetta da sonnanbulismo e una notte arriva fino alle scogliere dove viene posseduta dal Conte, ma Mina che assiste all'evento non capisce di cosa possa trattarsi. Solo quando il Dottor Serward contatta un noto metafisico olandese, Abraham Van Helsig si scopre che Lucy non ha una malattia, ma c'è qualche essere che le succhia il sangue. Infatti lo scienziato individua i morsi del vampiro e cerca di guarire la giovane ragazza tramite trasfusioni, ma senza alcun successo, perchè alla fine Lucy muore. Però Van Helsig sa che è diventata una non-morta e con Serward e altri pretendenti di Lucy, decide di recarsi presso la tomba della defunta per far riposare in pace la sua anima: le tagliano la testa e le conficcano un paletto di legno nel cuore. Intanto Mina si è recata in Transilvania perchè Jonathan è stato trovato presso un convento di suore. I due si sposano e ritornano a Londra e scoprono i terribili fatti accaduti.

Così Jonathan con l'aiuto di Van Helsig e i tre pretendenti di Lucy, cerca di capire dove sia la bara del Conte e alla fine scopre che ci sono diverse bare nella città e provvede alla loro distruzione. Purtroppo il Conte riesce a contaminare anche Mina e per precauzione decide di tornare nel suo castello.
 Per fortuna viene seguito dalla squadra compresa Mina che è in grado di localizzare il Conte.
Lo scontro avviene prima del tramonto e Dracula viene neutralizzato, purtroppo muore il giovane Quincey (pretendente di Lucy). Egli vivrà sempre nel ricordo di tutti perchè lo stesso giorno della sua morte, Mina ha dato alla luce il suo primo figlio frutto del matrimonio con Jonathan e lo ha chiamato Quincey come il defunto amico.





Magia ed esoterismo raggiungono l'apice con Zanoni (1842) di Edward Bulwer-Lytton, e la lotta interiore fra Bene e Male con Lo strano caso del dott. Jeckyll e di Mr Hyde (1888) di Robert Louis Stevenson.

Nato a Edimburgo, Scozia, il 13 novembre 1850, dopo una giovinezza ribelle e in polemica con il padre e con il puritanesimo borghese del suo ambiente, studia Legge, diviene avvocato ma non eserciterà mai la professione.
Nel 1874 i sintomi della malattia polmonare che lo aveva colpito durante l'infanzia si fanno più gravi; inizia una serie di soggiorni curativi in Francia. Qui Stevenson conosce Fanny Osbourne, americana, di dieci anni più grande di lui, divorziata e madre di due figli. La nascita della relazione con Fanny coincide con l'inizio dell'impegno a tempo pieno come scrittore. Non passa molto tempo e Stevenson ha l'opportunità di pubblicare i suoi primi racconti.
Oltre ai vari racconti inizia a scrivere anche saggi e poesie per vari periodici. Pubblica libri di vario genere, tra cui "Un viaggio nell'entroterra" (An inland voyage, 1878) e "Viaggio con asino nelle "Cevenne (Travel with a donkey in the Cevennes, 1879), la raccolta di articoli filosofici e letterari "A ragazze e ragazzi" (Virginibus puerisque, 1881), e la raccolta di racconti "Le nuove notti arabe" (The new arabian nights, 1882).Nel 1879 raggiunge Fanny in California, dove era tornata per ottenere il divorzio. I due si sposano e tornano insieme ad Edimburgo.La notorietà giunge in modo inaspettato con "L'isola del tesoro" (Treasure island, 1883), ancora oggi il suo libro più popolare: in un certo senso Stevenson con il suo romanzo ha dato vita ad un vero e proprio rinnovo della tradizione del romanzo d'avventura.
Stevenson è considerato uno dei maggiori esponenti di quel complesso movimento letterario che reagì al naturalismo e al positivismo. L'originalità della sua narrativa è data dall'equilibrio tra fantasia e stile chiaro, preciso, nervoso.
Nel 1886 viene pubblicato "Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde" (The strange case of Dr Jekyll and Mr Hyde). Anche questo titolo contribuisce - e non poco - a imprimere il nome di Robert Louis Stevenson nella storia della grande narrativa mondiale del XVIII secolo.
Nello stesso anno Stevenson pubblica "Il ragazzo rapito" (Kid napped), a cui l'autore darà un seguito nel 1893 con "Catriona" (1893).
Del 1888 è "La freccia nera" (The black arrow). Ne "Il signore di Ballantrae" (The master of Ballantrae, 1889) il tema della fatale attrazione del male è magistralmente rappresentato nella storia dell'odio tra due fratelli scozzesi.
Raggiunge un discreto benessere economico, tuttavia la salute cagionevole e l'attrazione per l'avventura lo spingono a lasciare definitivamente l'Europa alla ricerca di un clima più mite. Nel 1888 dopo una breve sosta a New York, riparte per l'Ovest e poi, insieme alla famiglia, alla volta del Pacifico meridionale. Si stabilisce nelle isole Samoa a partire dal 1891. Qui trascorrerà una vita tranquilla, lavorando fino al giorno della sua morte, circondato dall'amore e dal rispetto degli indigeni che in più occasioni avrà modo di difendere dalle prepotenze dei bianchi.
Di ambiente polinesiano sono i racconti "I divertimenti delle notti dell'isola" (The island nights' entertainments, 1893) e "Nei mari del Sud" (In the South seas, 1896). Postumi sono stati pubblicati due romanzi incompiuti, "Weir di Hermiston" (Weir of Hermiston, 1896) uno dei suoi lavori più pregevoli, e "Saint Yves" (1898).Robert Louis Stevenson muore a Upolu, nelle isole Samoa, il 3 dicembre 1894.(da biografiaonline.it)

 Sono passati quasi settant’anni dalla prima edizione di Frankenstein, e molte cose sono
cambiate nella società e nella cultura inglese. L’epoca vittoriana, che coincide con il regno della
regina Vittoria e va dal 1830 al 1901, è caratterizzata da una cultura repressiva, fatta di divieti e
proibizioni. Il romanzo di Stevenson si inserisce in questo contesto in particolare grazie al tema
della doppia identità, centrale nella narrazione, che è strettamente legato alla società vittoriana. In
una cultura così repressiva, si sentiva forte l’opposizione tra l’immagine sociale che ogni

gentleman doveva proiettare, dalla quale le manifestazioni di ogni tipo di sentimento erano severamente escluse, e l’istinto naturale represso. Stevenson stesso era ossessionato dalla perdita e dallo sdoppiamento della personalità, e questo è stato determinante nella stesura dell’opera.
In epoca vittoriana avviene esattamente l’opposto: il primitivo,
l’irrazionale, l’incivilizzato viene guardato con orrore e temuto perché potenzialmente in grado di
sovvertire l’ordine razionale delle cose. Un ruolo centrale in questo così significativo cambiamento
di prospettiva fu giocato senza dubbio dalle teorie di Charles Darwin. La pubblicazione, nel 1859,
del suo saggio
L’origine delle specie provocò ben più di uno scossone in ambito scientifico e
culturale. La teoria dell’evoluzione e della lotta per la vita lasciava aperto un’inquietante
interrogativo: se l’uomo discendeva dalla scimmia, e cioè si era evoluto da uno stato animale,
esisteva allo stesso modo la possibilità che a questo stadio si potesse ritornare. La paura della
regressione è dominante in epoca vittoria, in cui si teme tutto ciò che non è civilizzato.
Stevenson era interessato ad una teoria particolare secondo la quale la natura umana si
compone dal rapporto di tre elementi: animale, intellettuale e spirituale.


Per quanto riguarda l’origine della storia di dottor Jekyll e del signor Hyde, Stevenson era stato particolarmente colpito dalla lettura di un racconto gotico in cui un nano era dotato solo degli elementi animale e intellettuale, mancando, così, di tutti i valori morali. Hyde sarà caratterizzato in modo simile, anche se in maniera assai più efficace, arrivando a rappresentare addirittura il “male” allo stato puro,
assoluto, pur non mancando di intelligenza. Il fatto che Stevenson abbia fatto uso di materiali già
presenti nella tradizione letteraria e culturale non toglie nulla al valore della sua opera, che è,
sostanzialmente, una moralizzazione del racconto del terrore.

Riguardo a Dottor Jekyll e Mister Hyde, l’ispirazione gli venne da un sogno.

Stevenson annotò nel suo diario di avere sognato un uomo che, in un laboratorio, inghiottiva una droga e si trasformava in un essere diverso. Stevenson assumeva molti medicinali, a volte anche droghe, per
lenire i forti dolori di cui soffriva; la perdita della personalità legata all’uso delle droghe era una sua
ossessione, e questo sogno ne è la prova. Pare che Stevenson, al risveglio, si mise subito all’opera,
scrivendo una classica storia del terrore, alla quale aggiunse, però, un forte messaggio etico.
Questa è la tragedia dell’uomo per bene travolto dal male.
 Jekyll sa che la sua posizione sociale di stimato medico e scienziato gli proibisce di fare tutto ciò che viene onsiderato immorale o anche solo sconveniente dalla società in cui vive.
Per questo si trasforma volontariamente in Hyde, che ama la sua condizione di peccatore: non ha relazioni sociali da mantenere e attraverso la sua condotta immorale e violenta trionfa sul perbenismo dei suoi concittadini.
Quando diventa Mister Hyde, il dottor Jekyll può fare tutto quello che al gentleman

vittoriano non è concesso. Hyde non rispetta le regole sociali; si lascia andare a scatti d’ira
assolutamente imperdonabili  tanto che il suo crimine peggiore,l’omicidio di un anziano, è scatenato dal fatto che l’uomo gli aveva semplicemente chiesto un’informazione.
Hyde è privo di educazione, e questo, secondo la mentalità vittoriana, porta all’assenza di moralità.
Con il suo esperimento, il dottor Jekyll, scienziato spiritualista ed esoterico, voleva trovare il modo di separare il Bene dal Male; è una brava persona,che vuole scientificamente dividere le due parti che compongono la personalità umana.
Ben presto,però, Jekyll si rende conto che attraverso la figura di Hyde può lasciarsi andare a tutti i desideri e le perversioni che la sua posizione sociale gli ha sempre precluso. A questo punto, Jekyll non si comporta più da scienziato, ed ha inizio per lui una degradazione morale dovuta al fatto che Hyde non è più per lui un mezzo di conoscenza, ma un semplice strumento attraverso il quale sfogare tutti i suoi istinti.
Un ingrediente sbagliato rende irreversibile l’effetto della pozione, e Jekyll non è più in grado di
controllare il processo di trasformazione. Allegoricamente, tutto questo è simbolico del fatto che i
peccati portano alla dannazione e che il processo è irreversibile: una volta sulla strada del male non
si può più tornare indietro. La metamorfosi di Jekyll, all’inizio volontaria, diventa man mano
sempre più involontaria e, alla fine, impossibile. Jekyll, diventato ormai definitivamente Hyde,
capisce che non si può più controllare, e così l’unica liberazione possibile viene raggiunta con la
morte di entrambi.
Considerata spesso un genere di secondo grado, la narrativa gotica ha invece giocato un importante ruolo nella nascita e lo sviluppo di altri generi letterari successivi: non solo quelli piu' odierni, come l'horror, il thriller, il giallo e la fantascienza, ritenuti loro malgrado minori, ma anche il romanzo psicologico, quello sociale e soprattutto quello storico, che proprio dal gotico muove i primi passi. Elementi gotici sono ravvisabili, ad esempio, ne I Promessi Sposi (1827) di Alessandro Manzoni (1785-1873): la fanciulla perseguitata, il macabro scenario della peste, oscuri conventi e castelli. A quanto testimonia il figliastro Stefano Stampa, Manzoni in gioventu' aveva letto romanzi di questo genere, e aveva perfino meditato la scrittura di un «romanzo fantastico». Altri esempi possono essere rintracciati nella narrativa dello scozzese Walter Scott (1771-1832), ma soprattutto nei romanzi del francese Victor Hugo (1802-1885), come Notre Dame de Paris (1831). Anche il romanzo naturalista, con il suo interesse per il male che pervade la societa', per la sua attenzione per le psicologie abnormi e patologiche, e' spesso caratterizzato da episodi macabri e atmosfere terribili; in esso, pero', l'orrore non e' ricavato da visioni allucinate o fantasiose, ma dall'analisi impietosa della cruda realta'.In Germania il maggiore esponente della narrativa oscura fu lo scrittore, musicista e pittore Ernst Theodor Hoffmann (1776-1822). I suoi racconti sono pervasi da un'atmosfera allucinata e talvolta demoniaca, sospesa tra sogno e realta'. La sua arte si spinge ad esplorare le zone piu' oscure e misteriose della psiche, avventurandosi in un mondo di incubi, di follia, di terrore. La grande svolta nella cultura occidentale provocata dal Romanticismo fu proprio l'aver aperto le porte all'esplorazione dell'inconscio; non a caso Sigmund Freud (1856-1939), padre della psicanalisi, che tra l'altro aveva dedicato alcune pagine del saggio Il perturbante (1919) ad un racconto di Hoffmann, L'uomo della sabbia, riconoscera' il suo debito nei confronti della cultura romantica.
Negli Stati Uniti il primo piu' importante interprete della narrativa gotica fu Charles Brockden Brown (1771-1810), che ambientva i suoi romanzi nell'America contemporanea, cercando di creare fonti di paura piu' realistiche e di perlustrare gli stati mentali dei suoi personaggi. La letteratura "nera" fu poi portata ai massimi livelli da Edgar Allan Poe, e influenzo' anche gli scrittori Nathaniel Hawthorne (1804-1864), autore de La Lettera Scarlatta (1850), ed Herman Melville (1819-1891), autore di Moby Dick (1851).
In Francia ne rimase affascinato Charles Baudelaire, ma molto prima ancora ebbero analogie con il genere i romanzi del marchese di Sade (1740-1814). Tra i piu' famosi, sono da ricordare Justine, o le sventure della virtu' (1791), e Juliette, o la prosperita' del vizio (1797). In essi, lo scittore proclamava l'erotismo (impregnato di tendenze sataniche e sboccante in quella perversione che prese appunto il nome di sadismo) come una rivolta allo stato della societa' umana e agli ordinamenti divini. Incentrati sulle vicende di caste eroine perseguitate da infernali malvagi, i racconti erano pero' piegati alla dimostrazione di tesi filosofiche, secondo le quali compiere il male significa agire in conformita' con le leggi di natura. Non e' da meravigliarsi se percio' i suoi romanzi furono piu' volte duramente censurati.
In Italia i motivi del genere "nero" si erano affacciati con particolare rilevanza nei romanzi storici di Domenico Guerrazzi (1804-1874). Il gusto di tratteggiare personaggi di malvagita' demoniaca e scene truculente e orribili, denota una certa propensione per il tenebroso, l'orrido e il macabro, che, unita al carattere fortemente democratico e anticlericale di queste opere, le rende lontanissime dal modulo della scuola manzoniana, piu' moderata e moraleggiante. Guerrazzi e' probabilmente l'unico nel primo '800 italiano a presentare, seppure in forme piu' grossolane, temi cari alla matrice oscura del Romanticismo europeo. Fu solo con la Scapigliatura, pero', che questi temi trovarono poi l'effettiva affermazione anche nel panorama culturale nostrano.

Dai primi anni del 2000 , si è avuto un ritorno del neogotico  , in particolare la figura del vampiro, ha assunto numerose connotazioni. Scrittrici come Anne Rice e Jeanne Kalogridis hanno basato la loro fortuna su questo “mostro” gotico del canone letterario mondiale. Ultimamente il vampiro è tornato in auge grazie alla saga di Twilight elaborata da Stephanie Meyer. Due sono le novità che hanno permesso a questa serie di romanzi di avere un grande riscontro di pubblico e un successo repentino: il cambiamento della natura del vampiro e l’introduzione del tema dell’amore romantico. Due elementi fondamentali per convincere un’ampia sezione del pubblico giovanile, poco attratto dalle cupe atmosfere gotiche del vampiro originale. Il vampiro subisce così una parziale evoluzione, passando da essere uno dei mostri più feroci ed efferati della storia della letteratura a essere “vegetariano” (si nutre solo di sangue animale) ricercatore della pace e animato dal desiderio di vivere in pace con i mortali, combattendo con i vampiri tradizionali. L’inserimento della storia d’amore, dai risvolti difficili e complicati ma conclusa con un lieto fine, è la chiave della popolarità e della fama che questa parentesi moderna del personaggio vampiresco ottiene senza riserve. Un essere pronto a donare se stesso per coronare il suo sogno da innamorato, esattamente come qualsiasi giovane idealista colpito dalle frecce di Cupido.
“Il vampiro contemporaneo rappresenta l’outsider sensibile, solitario, che vive in disparte dalla società cosiddetta normale”,ha scritto sul Times Leslie S. Klinger.È l’ultima incarnazione di una figura cara alla
cultura giovanile, il bad boy o la bad girl: il bastardo bello e tormentato, che affascina eppure fa paura. Insomma, l’Edward di Twilight come un nuovo James Dean. Il passaggio dal “vampiro senza pietà” al “vampiro pietoso” rappresenta una delle maggiori possibilità della letteratura: il giocare con i personaggi, proponendo sfaccettature e caratteristiche diverse in base alla fantasia e creatività degli scrittori passati, presenti e futuri. Non possiamo sapere quale altra natura sarà riservata a questa creazione immortale, portatrice di paure, ansie e ora mitiche storie d’amore.
Le due tendenze maggiori: i vampiri con un’anima e i vampiri adolescenti. Alla prima appartiene
Lestat, creato da Anne Rice ,così come il conte di Saint Germain dei libri di Chelsea
Quinn Yarbro , Joe Pitt, vampiro detective a Manhattan (l’autore è Charlie Huston)
e la nobile Geneviève Dieudonné dei romanzi di Jack Yeovil .
 I teenager non-morti si incontrano nella serie tv Bu ffy, con la bionda  cacciatrice di vampiri e il suo fidanzato (vampiro) Angel, nelle vicende di Twilight (Fazi)
e in True Blood, con la coppia Sookie e Bill,barista lei, vampiro lui. La discendenza vampiresca
comunque, non è destinata a estinguersi perché, scrive L.S. Klinger, “temi come la morte e l’immortalità continueranno sempre ad affascinare”.






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