martedì 31 gennaio 2012

MA AMARE POI COS' E..... ( di Ivo Rusca )


MA AMARE POI COS’ E
Fabrizio de Andre ha tradotto una magnifica canzone di Georges Brassens “ Le passanti “
Io dedico questa canzone
ad ogni donna pensata come amore
in un attimo di libertà
a quella conosciuta appena
non c’era tempo e valeva la pena
di perderci un secolo in più.

A quella quasi da immaginare
tanto di fretta l’hai vista passare
dal balcone a un segreto più in là
e ti piace ricordarne il sorriso
che non ti ha fatto e che tu le hai deciso
in un vuoto di felicità.

Alla compagna di viaggio
i suoi occhi il più bel paesaggio
fan sembrare più corto il cammino
e magari sei l’unico a capirla
e la fai scendere senza seguirla
senza averle sfiorato la mano.

A quelle che sono già prese
e che vivendo delle ore deluse
con un uomo ormai troppo cambiato
ti hanno lasciato, inutile pazzia,
vedere il fondo della malinconia
di un avvenire disperato.

Immagini care per qualche istante
sarete presto una folla distante
scavalcate da un ricordo più vicino
per poco che la felicità ritorni
è molto raro che ci si ricordi
degli episodi del cammino.

Ma se la vita smette di aiutarti
è più difficile dimenticarti
di quelle felicità intraviste
dei baci che non si è osato dare
delle occasioni lasciate ad aspettare
degli occhi mai più rivisti.

Allora nei momenti di solitudine
quando il rimpianto diventa abitudine,
una maniera di viversi insieme,
si piangono le labbra assenti
di tutte le belle passanti
che non siamo riusciti a trattenere.

Non si tratta di tante passanti ma di una sola , che non e’ ancora passata anzi e’ ben presente nei miei pensieri .Una ragazza molto speciale di cui si ha paura di non riuscire a trattenere nella propria vita , ma non si sa dove e come collocarla . Questa ragazza non ha un corpo da top model , non e’ nemmeno giovanissima ,e’ solo una persona semplicissima , da passare inosservata ma a me aveva colpito .Quello che provavo per lei non lo sapevo nemmeno io, non era una cotta come si puo avere a sedici anni , non era un ardore ,un fuoco sessuale , quello che provavo per lei nemmeno lo sapevo ma a lei durante la giornata ci pensavo spesso , troppo. Forse il problema se cosi lo vogliamo definire era solo il mio .Forse ero in un periodo della mia vita in cui avevo bisogno di qualcosa e la mia vulnerabilità ha fatto modo che mi attaccassi a lei. Forse mi sarei potuto mettermi a bere , lavorare come un pazzo , o esagerare in mille altre cose , certamente io non stavo bene con me stesso , avevo qualche carenza ,se amorosa o psicologica questo non lo so . E’ un po come quando uno non e’ in forma ,e’ sotto stress che gli viene fuori l herpes come via di sfogo . Quando ti ho conosciuta forse ero in un periodo simile e la difesa psicologica a uno stato di stress o depressione eri tu , che sei arrivata al momento giusto . Giorno dopo giorno tu sei diventata importante per me, sempre piu importante ,per me tu potevi essere figlia ,sorella , amante, moglie ,amica tutte queste cose assieme .Potevi essere la parte mancante che era in me. Avevo bisogno di tempo per capire cosa eri per me ,ma piu lo capivo e piu ne avevo paura perche’ capivo che ti stavo amando . Amare o non amare ,non si può scegliere in che modo e in che intensità .Se io ti dichiarassi che ti amo e tu mi rifiutassi io non verrei piu a trovarti ,comincerei a odiare quello che un istante prima amavo ,che continuavo ad amare , forse odierei solo me stesso , cadrei in depressione o chissà cosa. Forse a me andava bene continuare a vederti come amici , anzi mi sento felice quando ci vediamo e nemmeno penso a baciarti o a fare l amore , mi basta chiacchierare con te , bere qualcosa , vedere il tuo sorriso. Se avessi il coraggio di dirti ciò che provo per te e tu accettassi le mia avances forse in quel esatto istante finirebbe la voglia , la passione che proverei ,sarebbe come se un tuo si mi porterebbe a un orgasmo con un conseguente immediato calo degli ormoni , si spegnerebbe qualcosa , e questo non lo volevo , pero’ questa felicita giorno per giorno la sentivo mutare , sentivo che non mi bastava piu tutto questo , forse mi stavo innamorando e nemmeno me ne rendevo conto o forse ero in un periodo della mia vita in cui ero vulnerabile e mi sono attaccato al tuo sorriso

SENSAZIONI DEL CUORE E DELLA MENTE
Quante volte mi sono promesso di non tornare piu in quel luogo...
Non tornarci piu mi fa star male , ritornarci fa star bene ma allo stesso tempo in un posto nascosto nel cuore fa crescere un tormento .Non dirgli niente ,lasciare le cose come stanno o pronunciarsi ?Pronunciarsi può   rovinare tutto quel poco o quel tanto che ho ,che non è altro che il suo sorriso,i suoi occhi ,la sua sensualità la sua amicizia .
Dire ti amo a una persona non è facile perchè bisogna innanzitutto amare se stessi ,io non so se ti amo , se ho mai amato qualcuno e sopratutto se amo me stesso.
 Il poter amare una persona rende felici ,sereni , e questo può ridare la voglia di vivere , la fiducia in se stessi e quindi imparare ad amarsi e rispettarsi...Forse amare significa prima di tutto amare se stessi ,sentirsi bene ,sentirsi felici e noi durante la nostra vita cerchiamo questa felicita' credendo di amare una persona ma in realtà amiamo solo quello stato di cose che ci fa stare bene .
 Pero' e' bello e voglio continuare a credere che amare significa amare un' altra persona piu che se stessi .
Non voglio cambiare la mia vita , sto bene con la mia donna ma ho bisogno di avere degli stimoli nuovi , di ritagliare nella quotidianità della mia vita degli spazi,dei pensieri ,delle emozioni anche di pochi minuti che devono essere solo miei e devono essere talmente vivi ,intensi che mi fanno pulsare il cuore a un ritmo piu regolare ,non penso di avere il coraggio di dirti queste cose quindi le esterno tramite una lettera che un giorno forse ti daro'.
Cazzo come va la vita !
 Quanti bivi ,quanti contrattempi ci capitano quotidianamente .
Magari 25 anni fa mi sei passata accanto ,ci siamo scambiati un sorriso gentile ,oppure per pochi minuti non ci siamo incontrati quando un amico poteva presentarci ….. è andata così, non ci siamo incontrati, ma ora anche se oramai entrambi sposati ci siamo conosciuti .
I cambiamenti non possono portare che a qualcosa di buono , ma quel giorno mentre tornavo in quel luogo dove c'eri tu , avvolto nei pensieri , nel tuo sorriso , un' ombra mi è parsa davanti e poi un botto , scendo dall' auto e una ragazza in una pozza di sangue chiedeva aiuto, in quei pochi secondi ci si sente come un incubo , in quei pochi secondi ognuno di noi può preso dalla paura fuggire oppure può tirare fuori un gran coraggio e assumersi le proprie responsabilità dell' incidente ,presto subito soccorso alla ragazza ma appena sono al suo fianco mi accorgo che la ragazza e lei ,si proprio lei ,quella a cui stavo andando a dire che forse l' amavo ,non so se tramite una lettera o a parole .. Speriamo sopravviva .
 Mi avvicino a lei , mi chino , una ferita sulla testa crea un rigagnolo di sangue che sfiora l occhio destro e passa vicino al naso per poi scendere a fianco del labbro e giu verso il collo .
Con le nocca delle dita dell indice e del medio accarezzo delicatamente il suo viso ,con il pollice contrasto la discesa del rigagnolo di sangue dalle sue labbra salendo su a fianco del naso , ho voglia di assaggiare quel sangue come per sentire il sapore della sua anima , ho voglia di baciarla non con una fame di erotismo ma in maniera delicata quasi a sfiorarle le labbra come se il i nostri respiri facessero da cuscino d 'aria .
Non mi e' mai piaciuto baciare , a volte addirittura mi fa un po' senso , a volte durante l' amplesso mi fa piacere ma mi fa ancora più   piacere baciare e mordere ogni parte del corpo della mia partner ,ma con lei li davanti forse negli ultimi minuti della sua vita avrei voluto solamente sfiorarle le piccole labbra rosa con il mio fiato con l' umidità delle mie labbra.
Come se stessi sognando sento delle urla mi sento sollevare da fianco al suo corpo e spostarmi da un lato , non sento le mie gambe muoversi , mi trovo su un lato della carreggiata con molta gente intorno , ci sono già i carabinieri e l' ambulanza ,ma quanto tempo e' passato ? A me sembra che siano passati pochi secondi , voglio parlare ma non escono le parole mi sento strano accaldato e comincio a vedere il buio intorno a me .
 Mi risveglio in ospedale ,subito non ricordo ,poi lentamente i ricordi si fanno piu vivi , io ho una flebo in un braccio , un dolore atroce a una gamba e a un braccio, sento un intenso odore di disinfettanti mischiato al dolore dolce del sangue .In quella stanza ci sono solo io ,quell' odore dolciastro di sangue non può essere che il mio. Chiamo aiuto ,una giovane dottoressa mi dice che ho un trauma cranico, una gamba e un braccio rotti e un' emorragia interna e tra pochi minuti dovrei essere operato .
Chiedo informazioni sulla ragazza che ho investito , ma la dottoressa mi dice che non ho investito nessuno , sia lei che io siamo finiti in mezzo a una frana ,se capitavamo un paio di secondi prima in quel punto saremmo stati schiacciati e sotterrati .
 Comunque mi dice che pure la ragazza ha un trauma cranico , una gamba rotta e un emorragia come me . Anche se terrorizzato mi consolo a sapere che non ho investito nessuno sopratutto non ho investito lei ….lei ...lei ,cavolo come é buffa la vita , io stavo andando da lei e per poco ci incontravamo in paradiso ,sempre che esista .
I miei pensieri vengono interrotti da una infermiera che con fare molto gentile mi tranquilizza e mi prepara per scendere in sala operatoria . Sia la dottoressa che l' infermiera sono molto gentili, delicate , questa cosa mi agita perchè capisco che la mia situazione è piu grave del previsto, nel corridoio intravedo mia moglie ,con gli occhi lucidi mi sorride e io sorrido a lei , dopo pochi minuti sono su di un lettino freddo e scomodo , alcune iniezioni , una voce mi dice di contare all indietro ….4....3...2....1..... ...i miei occhi si chiudono .
Mi ritrovo mano nella mano con lei ,non mi faccio domande, ci sentiamo felici ,leggeri,stiamo volando,sentiamo l'aria sui nostri visi ,stiamo volando sui prati di alta montagna,una moltitudine di colori, di profumi,distese infinite di fiori,una aria secca e gelida ma allo stesso tempo tiepida fanno arrossire le gote di lei ,un splendido sorriso, un viso sereno ,dentro di noi c'è un' immensa felicità e serenità, voliamo a pochi centimetri dai fiori,alcuni di questi li sfioriamo,ne sentiamo il profumo, ci adagiamo su un prato ,ci accarezziamo ,in lontananza alcune marmotte escono dalle tane , ci baciamo , le nostre labbra sono unite ,io rubo l'aria a lei e lei ruba l 'aria a me ,ci rialziamo e iniziamo a volare sempre piu in alto , in mezzo alle Alpi ,l' aria e gelida pungente, ci sentiamo soffocare , ma in un attimo ci ritroviamo nelle distese praterie irlandesi , i prati sono immensi e a contrastare il verde sono tanti puntini bianchi che non sono altro che pecore .
 Il verde dei prati scivola direttamente sull'oceano ci avviciniamo a un faro dove l' oceano in tempesta lo travolge , lo inebria di schiuma e lo rende lucente ,si alza un forte vento noi continuiamo a volare sempre piu in alto , nella mia testa risuona una canzone di Fabrizio de Andre ….......
.Se ti tagliassero a pezzetti il vento li raccoglierebbeil regno dei ragni cucirebbe la pellee la luna tesserebbe i capelli e il viso e il polline di un Dio ,di un Dio ,il sorriso Ti ho trovata lungo il fiume che suonavi una foglia di fiore che cantavi parole leggere, parole d'amore , ho assaggiato le tue labbra di miele rosso, rosso , ti ho detto dammi quello che vuoi, io quel che posso...
Continuando a volare ci ritroviamo su una grande spiaggia di sabbia bianca ,forse siamo in Polinesia,forse in paradiso ma non ha nessuna importanza , continuiamo il nostro volo ma sott'acqua , i colori dei pesci e del fondale irraggiato dai raggi solari creano mille arcobaleni voliamo mano nella mano in un oceano di colori ,i pesci incuriositi nuotano al nostro fianco ,ci inoltriamo in una insenatura dove alla fine di questa c'è una distesa di coralli dove minuscoli pesciolini stanno giocando ,riemergiamo e ci troviamo su un isoletta con le palme , una piccola sorgente forma un piccolo rio di acqua freschissima , ne beviamo e poi giochiamo a spruzzarci con questa acqua gelida ,le gocce d 'acqua scivolando sui suoi capezzoli li rendono ancora piu lucidi e turgidi .
 Ci rialziamo in volo ,voliamo sempre piu in alto quasi in piena oscurita per poi ridiscendere in un bosco al tramonto . Ci ritroviamo in un fienile , fuori c'è un forte temporale ,l' odore del fieno si alterna agli odori del bosco innaffiati dal temporale , odore di muschio , di funghi , di abeti ,da una feritoia del tetto s' intravede la luna comparire e scomparire in mezzo alle nubi , ogni tanto alcune gocce di acqua cadono sui nostri corpi nudi , in lontananza un gufo bubola alla sua compagna o alla vita .
Noi facciamo l' amore , i lampi del temporale sono sempre piu forti, piu continui , accecano , il nostro amplesso è sempre piu intenso ,abbiamo un orgasmo prolungato e intenso, che ci rende difficoltoso respirare ,il fieno su cui siamo adagiati sembra aprirsi ,ci sentiamo sempre più pesanti e scivolare sempre più in basso , sempre più in basso ,cerchiamo di aggrapparci ,ma sentiamo il vuoto,abbiamo paura ,ci stringiamo , io vedo il terrore nei suoi occhi e lei vede il mio , abbiamo la bocca secca ,facciamo sempre piu fatica a respirare ,le nostre labbra cominciano a screpolarsi,sento le labbra di lei inaridirsi e lei sente le mie.
 Una forza misteriosa cerca di dividerci ,noi cerchiamo di stringersi di avvinghiarci sempre con più forza , ma una forza violenta ci separa , sento un gran calore e una luce accecante ,sento delle urla ,mi stanno chiamando, mi sento toccare, una voce dice si è risvegliato si è risvegliato dal coma , avvisate subito la moglie .
Dopo pochi minuti inizio lentamente a essere lucido ,capisco di essere stato in coma , mia moglie mi dice per dieci giorni .
Sono un po frastornato , il fastidio maggiore è dovuto alla sensazione di pesantezza del mio corpo, che sento schiacciarsi contro il materasso , pure l'aria che respiro la sento scaldarsi in bocca e scendere nella gola ,nei polmoni, arroventandoli .
 Anche i rumori e le voci rimbombano nella testa e mi sento accaldato per la mancanza di quel vento piacevole che mi avvolgeva durante il coma .                                                                                                                                                                                                
Il giorno dopo queste sensazioni cominciano a scemare lentamente . In infermeria mi trovo assieme a lei che mi dice di essere stata come me in coma e ci basta uno sguardo per capire che, durante il coma abbiamo fatto lo stesso sogno ,lo stesso meraviglioso viaggio . C'è troppa gente che ci gira intorno in particolar modo una dottoressa che cerca di origliare .
 Ci diamo appuntamento nel corridoio verso le undici di sera , con le stampelle o su la sedia a rotelle dovevamo per forza incontrarci.
Oltre all' affetto ci legava il fatto di aver fatto un sogno comune ,perfettamente uguale , razionalmente questa cosa ci incuriosiva ,ma sopratutto ci preoccupava , ci intimoriva .
Alla sera ci incontriamo , descriviamo i nostri sogni durante il coma e ci rendiamo conto che sono perfettamente identici.
Io mi rendo conto che è giunto il momento di dirgli cosa provo per lei , ma vengo interrotto da un ssss e un bacio .
 Lei mi dice che non c'è bisogno di dire nulla .
Cerchiamo di capire com' è possibile fare lo stesso sogno . Il marito di una mia amica lavora come infermiere proprio nella sala in cui eravamo ricoverati durante il coma ,lo contattiamo e a fine turno arriva da noi .
 Ci dice che durante il coma noi eravamo in una stanza isolata dal resto dei comatosi ed eravamo con i lettini affiancati e un miscuglio di fili che andavano su di un computer , ma poteva entrare solo una dottoressa .
Nelle ore di visita dei parenti venivamo divisi e portati nelle camere comuni per pochi minuti.
 La dottoressa viene spesso a farci visita e ci tempesta di domande , noi cerchiamo di essere un po' vaghi , facciamo i finti tonti .
Questa dottoressa si chiama Ross non e' italiana ma arriva da Washington .
Dopo alcuni giorni sia lei che io siamo in una clinica per la riabilitazione .
Tramite una conoscenza ci facciamo mettere in stanze vicine comunicanti con un bagno in comune . Per quasi tutto il giorno noi facciamo terapia , ma nel tempo libero siamo sempre assieme a cercare di capire perchè questa dottoressa ha fatto esperimenti su di noi .
 La notte la passiamo a fare l' amore ,tutte le notti ,e per quasi tutta la notte ,forse dovremmo darci una calmata !
Ross la dottoressa americana viene a farci visita pure in clinica , lei cerca di corrompere i miei silenzi , con chiari atteggiamenti di intesa sessuale .
Io accetto e gli dico di incontrarci dopo la terapia nel tardo pomeriggio di domani . All' indomani mi incontro con la dottoressa nella mia stanza , ma gli dico che stiamo piu tranquilli in una stanzetta a fianco .
Mentre io mi intrattengo con Ross ,la mia lei curiosa nella borsa , ci sono molti documenti , molti appunti e due chiavette usb .
 Con lei siamo d' accordo che quando finiva la perquisizione mi faceva due squilli con il cellulare. Questi squilli non arrivavano mai , la dottoressa mi tempestava di domande ,sulle sensazioni durante il coma , se uno di noi prendeva le decisioni su dove viaggiare, e se io e lei avevamo gia un rapporto sentimentale ecc ecc .
Io un po' inventavo , un po' , dicevo qualche verità, e per sapere qualcosa di piu Ross mi corrompeva con il sesso .
 Essendo una splendida donna , un corpo perfetto ,anche dopo le performance della notte con il mio cucciolo , riesco lo stesso a prendere tempo .
Noto con stupore una grande cicatrice su una spalla che scende sulla schiena della dottoressa , mi dice che e' stata in Iraq come dottoressa militare e una scheggia di bomba l' aveva ferita .
La cosa mi incuriosisce , cerco di fargli altre domante ma lei cambia discorso Dopo due ore passate a far sesso e rispondere ambiguamente alle sue domande arrivano i squilli del mio cucciolo, ora taglio corto io , ci rivestiamo e torniamo nella mia camera .
 Lei vuole rivedermi , la cosa non mi dispiace , scopare con lei e' stato bello ,ma fare l' amore con chi si ama è  tutta un' altra cosa .
 Devo solo inventarmi cosa dire alle sue risposte e cosa domandare a lei per sapere qualcosa su gli esperimenti che lei ha fatto su di noi .
Arriva il mio cucciolo , fa finta di niente , ma mi fa l' occhiolino e un sorriso , capisco che la perquisizione è  andata ottimamente bene .
( 1a parte ) ...
racconto di Ivo Rusca

lunedì 30 gennaio 2012

GLI INEDITI del LUNEDì

    " NON é MAI TROPPO TARDI ..."  di SIMONA


Milano, 30 Gennaio 2012

Oggi, nel giorno del mio compleanno, miei cari lettori, voglio raccontarvi una storia ...
      La mia !
E per fare questo devo tornare indietro di ben settant'anni ...

Licata , 30 Gennaio 1942

Quando sono nata era una giornata piovosa e molto fredda ,mia madre non smetteva mai di ricordarmelo, come se fosse stata colpa mia, per non parlare di tutto il dolore che ha dovuto sopportare: due giorni di travaglio , per poi sentirsi dire da mio padre "Tutto questo traffico per aver  messo al mondo una femmina ! La prossima volta fa si che sia un maschio.".
Mia madre , che dipendeva ,in tutto e per tutto , da mio padre , prese quel commento come giusto e non fu gratificata dalla nascita della sua prima figlia.Aveva sbagliato dando alla luce  una bambina , ma ormai l'errore era stato fatto e occorreva darle un nome e batezzarla il più presto possibile, poi se Dio avesse voluto sarebbero arrivati figli maschi. 
E così fu , dopo di me , ne arrivarono cinque : Antonio, Pietro , Giovanni, Domenico e Pasquale.
Mi stavo dimenticando ...io fui chiamata Rosa.
Il mio nome sembrava adatto ad una graziosa bambina  e mi fu dato dalla mia cara nonna materna Adelaide, l 'unica persona che mi fu vicina  ,in un'infanzia non infelice ma ignorata.
Tornando al mio nome , Rosa, a mio dire ,  sembra adatto ad una bambina dalla bellezza delicata , ma purtroppo il destino volle ,che più che assomigliare ad uno splendido fiore , assomigliassi ad un tubero, precisamente ad una patata.
Adesso voi mi vedete , così tenuta , ben pettinata , e posso dire che sono una signora interessante , ma allora ero proprio bruttina .
Mia madre raccontava , che quando nacui , ero talmente piena di capelli che gli sembravo un ragno .Tutti solevano ridere a questa affermazione , tranne io e mia nonna , che trovava sempre un modo per non farmi pensare all'ignoranza dei miei genitori.
Mi diceva "Quando ti ho visto la prima volta , non ho visto un ragno , ma una deliziosa bambina con due grandi occhi marroni furbi ed attenti e vi ho letto intelligenza e tenacia , vedrai che il tuo futuro sarà migliore di quello dei tuoi fratelli..."
Così nonna , di nascosto, mi comprava , con i pochi risparmi del suo lavoro di cucito dei libri e assieme abbiamo imparato a leggere e scrivere , naturalmente tutto di nascosto alla famiglia ,che considerava qualsiasi cosa riguardante la cultura inutile per una donna .
"Per mangiare bisogna avere braccia forti e non certo una lingua sciolta " diceva mio padre, a me tutto questo detto da lui , pareva molto strano , perchè mio padre non faceva  altro che parlare ..parlare ..parlare.. per ordinare alla mamma , a me ed ai ragazzi i lavori che dovevamo fare, ed anche le poche volte , che lo andavo a trovare al lavoro , perchè si era scordato il fagotto col pranzo ,lo vedevo parlare ..parlare ..parlare..e mai, e poi mai muoveva le braccia.
Era il capo dei carabinieri del nostro paese, tutti avevano un gran rispetto per lui , lo chiamavano Signor Comandante ...Dottore .. volevano un parere , un consiglio e naturalmente lui li elargiva con sicurezza , assicurandoli che non si sbagliava mai e con una pacca nella spalla ai beneficiari  diceva come ultima frase "Vedrai che se fai come dice Gennaro tutto andrà bene !ho mai sbagliato?" "No certo che no " rispondevano con reverenza.
Mi sembra ancora di vederlo , alto imponente , con la sua uniforme che si toglieva solo per dormire, mai troppo lontana , nelle ore di riposo la teneva vicino al letto su una sedia , come se separarsene gli avesse tolto il beneficio di comandare  .
Tornando alla mia infanzia , non posso dire che è stata brutta , si non avevo molto tempo per giocare , c'era sempre da lavorare la casa , l'orto , le bestie , il cucito , con sei maschi in casa c'era tanto da rammendare :la mia giornata iniziava alle cinque di mattina , io mamma e nonna ci alzavamo per infornare il pane impastato la sera precedente , poi c'era il mangime alle galline e prendere le uova per papà e i miei fratelli , che dopo aver fatto fare loro un'appetitosa colazione  se ne andavano alle loro destinazioni , mio padre in caserma , dietro la sua scrivania , a parlare..parlare..parlare..i miei fratelli a scuola. Come avrei voluto andare a scuola anch'io ,ma alle donne non serviva una
cultura , per mettere al mondo figli maschi sani e per servire un marito che non avrebbe mai fatto mancare niente alla moglie , così mi veniva detto...ma non ero molto convinta.
Il mio cervellino lavorava e vedeva per me un futuro migliore , che avrei condiviso con mia nonna , che mi incitava a studiare , anche dopo una lunga giornata , mi dava la forza di continuare a credere in me e nelle mie possibilità.Purtroppo all'età di quattordici anni , capii che il mio futuro non l'avrei condiviso con lei : la polmonite l'aveva portata via.
Fu la prima volta che provai dolore e solitudine , pensavo"Perchè proprio lei e non mio padre ", non che lo odiassi, sembra brutto pensare una cosa del genere , ma la nonna era speciale, credeva in me , vedeva la bambina che ero e la donna che sarei diventata e non una fattrice per procreare figli maschi e ubbidire ad un uomo...

Adesso miei cari lettori vi devo salutare , mio marito mi sta aspettando , dobbiamo andare a teatro e non mi piace farmi attendere spero di ritrovarvi  lunedì prossimo , per il continuo ...

                                                    sempre vostra                                                                                                     ROSA     

domenica 29 gennaio 2012

C' ERA UNA VOLTA .... IL ROMANZO STORICO"....



Il romanzo storico ,è una narrazione che ha per oggetto la storia : di un popolo , di un condottiero, di una guerra ecc.  può narrare le vicende in modo indiretto , in quanto esse coinvolgono i personaggi del romanzo , oppure dirette , quando il narratore interviene per dare ulteriori informazioni sugli eventi storici e il suo punto di vista è anche la sua chiave di lettura storica.Accanto a personaggi storici realmente esistiti, che solitamente ricoprono ruoli secondari, ci sono personaggi inventati, ma verosimili, perché riflettono nel loro modo di pensare e di comportarsi la realtà storica e sociale dell'epoca in cui è ambientato il romanzo. Un'altra caratteristica tipica del romanzo storico è la presenza di personaggi collettivi, come la folla o il popolo che raffigurano gli atteggiamenti collettivi nei confronti degli eventi politici e sociali del tempo.
Fin dalle origini della letteratura , la storia è stata al centro di poderose opere basti pensare alle vicende del popolo ebraico narrate nell'Antico Testamento , oppure la guerra di Troia narrata nell'epica classica ( Iliade , l'Eneide e l'Odissea ) o ancora alla storiografia greca  ( Erodoto e Tucidide ) e romana( Giulio Cesare e Tacito).


Ed è per questo che mi sembra lecito considerare il romanzo antico , progenitore di quello storico che si svilupperà nell'800.




Il romanzo antico
Le prime tracce di questo genere letterario, in età antica, si trovano nella letteratura babiloneseassira,egiziana e aramaica, e risalgono all'incirca al VI sec. a.C.:
abbiamo il romanzo aramaico Ai hqar, del VI secolo a.C., il celeberrimo Le avventure di Sinuhe,una narrazione egizia in prima persona, ambientata all’inizio del XX secolo a.C. e tramandataci da numerosi papiri, il più antico dei quali risale al XVIII secolo a.C.
Nel mondo greco il primo romanzo che costituì il modello per tutti gli altri fu il Romanzo di Nino, di autore ignoto, databile a non più tardi del I sec. a.C., in cui si racconta, in un contesto ricco di avventure e di peripezie, la lunga storia d'amore di Nino, il leggendario fondatore dell'impero assiro, per la mitica Semiramide.
Le avventure di Cherea e Calliroe, di CARITONE DI AFRODISIA (secolo I d.C.) in otto libri. Il racconto, a lieto fine come vuole lo schema tradizionale già impostosi, narra un’ininterrotta serie di disavventure ai limiti del fantastico (inclusa una morte apparente della protagonista femminile, il suo rapimento da parte dei pirati e la disperata ricerca intrapresa dallo sposo). L’intreccio, va detto, è a bella posta complicato e ricco di avvenimenti caotici, e la caratterizzazione psicologica dei personaggi è quasi assente.
Gli amori pastorali di Dafni e Cloe, di LONGO SOFISTA, nativo probabilmente dell’isola di Lesbo, scritto verso il III secolo d.C., è la storia di due trovatelli, che, allevati da dei pastori su di un’isola, si innamorano reciprocamente, e alla fine coroneranno il loro sogno; questo romanzo dall’ambientazione bucolica (che tanta fortuna avrà nel Seicento e nel Settecento con il revival della poesia arcadica), con la sua trama semplice e quasi priva d’intreccio e colpi di scena – la vera avventura si svolge nella mente e nei sentimenti dei protagonisti, di cui è condotta un’introspezione molto profonda – è un unicum nella tradizione antica.
Le incredibili avventure al di là di Thule, di ANTONIO DIOGENE, pervenuteci in un riassunto del bizantino FOZIO (IX secolo d.C.), una storia di viaggi meravigliosi dei due giovani innamorati Dinia e Dercillide, tipica del gusto dell’epoca.
A differenza del romanzo greco, non molto si è salvato di quello latino, ma fra quel poco che è scampato, troneggiano alcuni giganti.
Il Satyricon di PETRONIO, l’arbitro dell’eleganza di Nerone, come lo chiama Tacito, è ciò che resta (per la precisione i capitoli XV e XVI, quindi solo una piccola parte) di un grande romanzo parte in prosa e parte in versi, composto nel I secolo d.C., caratterizzato da una visione ironica di una società corrotta e decadente, di cui il ricco e volgare Trimalcione è il degno rappresentante. Il racconto narra in prima persona le avventure ed i vagabondaggi del giovane e colto Encolpio, compagno dell’adolescente Gitone del quale è innamorato. Ad essi si affiancherà Ascilto, a sua volta attratto da Gitone. Il terzetto (cui più tardi si unirà il vecchio Eumolpo, sofisticato quanto lascivo sofista) sarà protagonista di varie disavventure, tra cui una serie di sevizie erotiche inflitte loro dalle sacerdotesse del dio fallico Priapo, un naufragio, una colossale quanto pacchiana cena a casa del parvenu Trimalcione ed infine una declamazione sulla guerra civile tra Cesare e Pompeo. Né la parte iniziale né quella finale del romanzo sono state tramandate, nonostante Oscar Wilde ne desse, alla fine dell’Ottocento, un’edizione (rivelatasi poi falsa) dei capitoli mancanti.
Le Metamorfosi o L’asino d’oro di LUCIO APULEIO, sono un’opera assai particolare in undici libri, tutti quanti conservatisi, e rappresentano il capolavoro di Apuleio (II secolo d.C.) che risente fortemente dei contenuti erotici delle novelle milesie, e al di là dei miti (celebre quello di Amore e Psiche), delle figure truci di streghe e briganti, e dei viaggi e delle peripezie ivi descritti, emerge uno spaccato della società antica colto con raro realismo; non ultimo, l’intervento finale della dea Iside, che riesce a ridare forma umana a Lucio, il protagonista diventato asino in seguito alla propria curiosità ed a una stregoneria, iniziandolo poi al proprio culto, denota quei fermenti religiosi e culturali e religiosi che pervadevano all’epoca l’Impero Romano: i vecchi Dei perdevano terreno nei confronti delle nuove divinità sopranazionali e personali .


Anche i cicli medioevali e le saghe nordiche , poggiano su eventi storici, pur se in essi prevale spesso la personalità del personaggio-eroe rispetto alla coerenza della narrazione storica.
ll  termine "romanzo", infatti,  è di origine medievale. Esso deriva dalla parola

Roman con cui si indicava la


lingua volgare. In tale lingua e non in latino vennero composti infatti i romanzi medievali, che
presentano vari aspetti e caratteri.
1.Romanzi cavallereschi: lunghe narrazioni prima in versi, poi in prosa, che hanno come
tema centrale le avventure e gli amori di un cavaliere. Essi cantano il mondo cortese, le
imprese guerresche e d'amore, vicende favolose e fantastiche (Tristano e Isotta, Lancillotto e Ginevra - ciclo bretone).
Due delle opere cavalleresche principali in Italia sono "l'Orlando furioso "di Ludovico Ariosto, una specie di continuazione o rielaborazione dell'Orlando innamorato di Matteo Maria Boiardo, la "Gerusalemme liberata "di Torquato Tasso e le novelle del "Decameron "(o Decamerone) di Giovanni Boccaccio. Importante la polemica che verso la metà del Cinquecento contrappose Giambattista Giraldi Cinzio (autore di un Discorso intorno al comporre de' romanzi, Venezia, Giolito, 1554) e Giovan Battista Pigna (autore di un trattato I romanzi, Venezia, Valgrisi, 1554).


2. Leggende classiche: a cui si ispirano le narrazioni (Roman d'Enéas, Roman de Troie,


Roman d'Alexandre).






3.Componimenti di carattere didattico e moraleggiante (Roman de la Rose, Il Fiore)


e d'impronta favolistica che hanno come protagonisti gli animali (Roman de Renard).

Ma è senza dubbio il romanzo cavalleresco quello più ricco di fascino e quello che alimenta
maggiormente l’immaginario collettivo del Medioevo. Esso è strettamente legato al poema epico delle chansons de geste francesi che nei secc. XI e XII si diffusero in tutta Europa esaltando le imprese di Carlo Magno e dei suoi paladini (ciclo carolingio).
In questo stesso periodo si assiste in
Spagna a una vasta fioritura di cantari e di romances che celebrano la figura di Rodrigo Diaz de Bivar, il Cid Campeador (signore guerriero), eroe della lotta contro gli Arabi.

Tutta la vasta produzione narrativa in versi (poemi epici e romanzi in versi) verrà rielaborata in prosa nel corso del XIII sec. e subirà un notevole processo di trasformazione e contaminazione.

Ma è l'Ottocento, che viene considerato come il vero inizio per  il romanzo storico , in cui si  registra una diffusione e un successo sempre crescenti. Considerato dapprima come un genere di pura evasione e di consumo, esso viene via via assumendo una sempre maggiore legittimazione culturale e artistica, fino ad occupare una posizione centrale nel sistema letterario.
Si tratta di un genere tipicamente romantico, legato cioè a una cultura che considera la realtà come divenire, il presente come svolgimento del passato e quindi la storia come un fattore fondamentale per la comprensione degli atteggiamenti umani.
Al passato ci si volge sia per un bisogno di evasione dalle delusioni del presente, sia per riscoprire le proprie radici, gli elementi essenziali della vita nazionale.

Nei primi anni dell'Ottocento è significativa, sotto questo aspetto, l'opera di
Vincenzo Cuoco con il "Platone in Italia "(1802).

 Il viaggio del grande filosofo nell'Italia meridionale porta alla luce una
civiltà indigena più antica di quella greca, la cui esaltazione assume un significato civile e patriottico che sarà raccolto e sviluppato nei successivi romanzi storici.
Walter Scott
Colui che iniziò e diffuse in tutta Europa questo nuovo genere letterario fu lo scozzese W. Scott(1771-1832).
Anche perché spinto da esigenze economiche, egli compose numerosi romanzi tra
cui Waverley," La sposa di Lammermoor." (tra il 1814 e il 1826 sono ben 22 i romanzi da lui pubblicati).
Ma l'opera che ebbe un successo straordinario e diede via alla moda di Scott fu"Ivanhoe" (1819). L'azione narrativa si svolge nell'Inghilterra del XII sec. Ivanhoe è un cavaliere sassone, fedele seguace del nobile re normanno Riccardo Cuor di
Leone. Suo padre Cedric, nemico invece dei Normanni, giunge a
diseredare il figlio per l'amore, corrisposto, che egli porta a lady
Rowena, destinata da Cedric, che ne è il tutore, a un principe sassone
di stirpe regale. Il re Riccardo parte per la crociata in Terrasanta e in
sua assenza il fratello Giovanni senza Terra ne usurpa il trono. Ivanhoe
dopo aver seguito il suo re, ritorna segretamente in patria per difendere
la causa del sovrano legittimo. Dopo molte avventure, duelli, tornei,
cacce, assedi di castelli, Ivanhoe, caduto prigioniero, viene liberato dal
cavaliere nero, sotto le cui spoglie si cela il re ritornato dalla crociata,
aiutato da Robin Hood e dagli uomini della foresta. La vicenda si chiude
con il lieto fine: Ivanhoe sposa lady Rowena, Riccardo ristabilisce la sua
autorità nel regno, i popoli sassone e normanno si fondono insieme
nella nazione inglese.
Scott è considerato l'iniziatore del romanzo storico
, perché con lui la

storia diventa elemento essenziale nel determinare
gli atteggiamenti e le scelte dei protagonisti.
In Ivanhoe si manifesta in modo esemplare questa attenzione alla

ricostruzione storica del passato, congiunta ad una vivace
fantasia che dà vita alle vicende avventurose dei personaggi.
L'autore ha utilizzato soprattutto il patrimonio del folclore, delleleggende, delle favole per creare uno sfondo d'epoca credibilesu cui ambientare la narrazione. Così egli propone un'immagine
pittoresca, movimentata, fantastica del Medioevo, che ha avuto
grande fortuna. Dopo Scott altri autori si affidarono al genere del romanzo storico per scrivere le loro opere più importanti.
In Italia ricordiamo :  Alessandro Manzoni con “I Promessi Sposi”.
 L'autore descrive  la società del Seicento lombardo, facendola “filtrare” attraverso le vicende di due innamorati, Renzo e Lucia.

 La storia tenderà a diventare lo scenario,  su cui raccontare le epiche imprese dei suoi personaggi. La documentata e fedele ricostruzione di un'epoca costituirà invece carattere originale del romanzo storico manzoniano.Il grande valore e il successo di questa sua opera contribuiranno, ulteriormente, alla diffusione del romanzo storico nel nostro paese: che  dopo il 1827 si dividerà in due “correnti”: da un lato quella manzoniana (vicende di personaggi umili, intento educativo, impegno morale), dall’altro quella scottiana (ambientazione medievale, gusto dell’avventura, rapimenti e duelli), più facile e di più sicuro successo, favorita anche dal bisogno del pubblico di una narrativa popolare, ma allo stesso tempo efficace e coinvolgente.

Tra i romanzi storici di Massimo d'Azeglio (genero, peraltro, di Manzoni) ricordiamo "Niccolò de' Lapi" ovvero i Palleschi e i Piagnoni, ambientato nella Firenze del Savonarola, e il celebre "Ettore Fieramosca "ossia la disfida di Barletta (1833), che narra avventure di tipo romantico-cavalleresco incentrate su un episodio della Guerra d'Italia del 1499-1504, tra Francia e Spagna, per il controllo del Napoletano.Ricordiamo anche "Margherita Pusterla "(1838) di Cesare Cantù e i romanzi di Luigi Capranica, pervasi da un intenso afflato patriottico quando fanno agire personaggi quali Giovanni dalle bande nere o Paolo Sarpi, come pure "Le confessioni di un italiano", capolavoro di Ippolito Nievo  .
I romanzi storici post-unitari, sia veristi che successivi al verismo, si scontrano con la materia bruciante dei sogni e delle illusioni risorgimentali e  con il romanzo storico classico, piegandolo però alla contemporaneità e quindi, di fatto, snaturandolo. Nell'intento di sconfessare le verità 'ufficiali', confezionate ad arte dal potere, i romanzieri attivi nell'ultima parte del secolo raccontarono l’Italia reale, che viveva nelle campagne e nelle piazze, spesso nella frustrazione e nella miseria. Pensiamo ad esempio a" Il ventre di Napoli "(1884) di Matilde Serao. Oppure pensiamo a I Viceré di Federico De Roberto, pubblicato nel 1894; come il Principe di Salina ne" Il Gattopardo", che uscirà oltre mezzo secolo dopo , la famiglia degli Uzeda rappresenta, in quest'opera, il passato di un ordine feudale che si dissolve, e non necessariamente per creare un ordine migliore. Restando in ambito siciliano (la Sicilia ha molti 'conti in sospeso' con la storia e le sue promesse) e su questioni di Risorgimento meridionale, anche "I vecchi e i giovani "di Luigi Pirandello è spesso annoverato tra i romanzi storici, nonostante si occupi di vicende temporalmente vicine all'autore.
La diffusione in Francia la si deve in primo luogo ad  Alexandre Dumas (padre), che fu grande ammiratore di Scott per tutta la vita. Nel 1822, a vent'anni, Dumas scrisse un testo teatrale intitolato "Ivanhoë", adattando un episodio del romanzo dell'autore scozzese (testo che rimase inedito fino al 1974); molti anni più tardi, nel 1862, fece dare alle stampe una propria traduzione di Ivanhoe.Fortemente influenzato da Scott, Dumas utilizzò ambientazioni storiche dapprima nel teatro (il suo Enrico III e la sua corte fu il primo dramma storico romantico) e in seguito nel feuilleton: il ciclo dei" Moschettieri "è ambientato nel Seicento, quello degli ultimi Valois nel tardo Cinquecento, mentre quello della Repubblica Partenopea, e quello di Maria Antonietta e della Rivoluzione, sono ambientati nel tardo Settecento; e lo ricordiamo anche per "Il Conte di Montecristo "(1844)
Di grande influenza fu la figura di Stendhal, che stigmatizzò alcuni elementi tipici del genere, come la tendenza al pittoresco e quella a riprodurre vicende patetiche e melodrammatiche, divenendo cosi il capostipite di quello che venne definito il romanzo moderno.
 
Per Stendhal, infatti, la storia in sé non era che fredda cronaca, mentre solo il romanzo era il vero documento, perché in grado di rievocare concretamente atmosfere e passioni.


 Scelse, quindi ,di rappresentare nei suoi romanzi l’epoca in cui viveva, o un’epoca di poco precedente (come ne "La Certosa di Parma "del 1839), con lo stesso realismo e con la stessa attenzione per il percorso psicologico dei personaggi che Scott utilizzava nel rappresentare un’epoca passata; Stendhal fu un cronista e uno psicologo finissimo nel ricreare personaggi e atmosfere. Questa sua svolta segnò la crisi del romanzo storico classico e l’avvio verso il romanzo sociale psicologico.
La strada indicata da Stendhal fu seguita soprattutto da Honoré de Balzac al quale, secondo György Lukács, si deve il passaggio dalla «rappresentazione della storia passata» secondo l’esempio di Scott alla «rappresentazione del presente come storia». La nuova era, quella del naturalismo e del verismo, si aprì nel segno di Gustave Flaubert e proseguì nel nome di Émile Zola.
Anche Victor Hugo si avvicinò allo storico con "Notre Dame de Paris", romanzo gotico e medievale, nel quale sono presenti elementi pittoreschi nonché una certa enfasi sull’irrazionalità delle passioni. Ma il suo capolavoro, "I miserabili (1862)", è inserito in un contesto temporale molto più vicino a quello nel quale l’autore visse (il periodo post napoleonico) e, più orientato al sociale, è difficilmente riducibile a un romanzo storico in senso stretto.



 In Russia ricordiamo:
Michail Nikolaevic Zagoskin (1789-1852) ottenne un grande successo con il romanzo "Jurij Miloslavskij o i russi nel 1612" (1829). Altro seguace del romanzo storico alla maniera di Scott fu Ivan Ivanovic Lazecnikov (1792-1869), con" L'ultimo Novik "(1831-1833) sul periodo di Pietro il Grande e "La casa di ghiaccio" (1835), che si svolge all'epoca dell'imperatrice Anna di Russia. L'anno successivo, il 1836, Aleksandr Sergeevič Puškin diede alle stampe "La figlia del Capitano", ambientato nel Settecento, al tempo della zarina Caterina II di Russia. Ed infine Lev Tolstoj con "Guerra e Pace " ( 1865-1869)

La Germania conobbe una grande fioritura di romanzi storici immediatamente successiva alla diffusione delle opere di Scott, a partire dal 1834, quando Ludwig Rellstab (1799-1860) pubblicò il primo romanzo storico tedesco dal titolo 1812, fin verso la metà degli anni quaranta. Ricordiamo il romanzo storico-umoristico Le brache del signor von Bredow di Willibald Alexis (pseudonimo di Wilhelm Häring, 1798-1871) e soprattutto Witiko di Adalbert Stifter. Nella seconda parte del secolo, si distinguono le opere di Felix Dahn, tra le quali Ein Kampf um Rom.




Negli ultimi anni del Novecento si è avuto un ritorno del romanzo storico, da allora molto praticato fino ai giorni nostri. Nel 1980 Umberto Eco ottenne un successo mondiale con il potente affresco medievale Il nome della rosa, dando l’avvio alla rinascita del genere; si parla infatti di "romanzo neostorico".
La successiva fioritura , a partire dagli anni ottanta del Novecento fino ad oggi, può apparire come un paradosso, se si tiene conto della perdita di prospettiva storica che è caratteristica della cultura postmoderna. Tuttavia si tratta di un paradosso apparente, poiché il filone odierno si differenzia da quello ottocentesco proprio nel suo rifiuto di esprimere una concezione forte, organica e positiva della storia; anzi, il romanzo neostorico respinge ogni idea storicistica di progresso. I narratori contemporanei non manifestano alcuna fiducia nei processi evolutivi della civiltà, ma sono loro i primi a porsi in modo critico verso la Storia. Il successo dei nuovi romanzi storici può essere quindi messo in rapporto con la crisi delle ideologie e la sfiducia nel divenire: il presente troppo squallido indurrebbe a rifugiarsi in un passato lontano. Il passato non è più la ricerca delle origini, ma può rappresentare una fuga dalla realtà, oppure la rappresentazione di una realtà sostanzialmente inconoscibile, quanto quella del presente. Non bisogna comunque dimenticare che il successo del romanzo storico non è un fenomeno solo italiano, ma riguarda tutta la narrativa postmoderna: basti ricordare gli americani Don DeLillo  e Thomas Pynchon.
Tra i numerosi autori italiani ricordiamo : Sebastiano Vassalli in "La chimera "(1990) e "Marco e Mattio" (1992), ambientato il primo nel Seicento e il secondo alla fine del Settecento.
 Luigi Malerba in "Le rose imperiali" ( 1974), ambientato nella Cina del IV secolo.
Tonino Guerra in "Storie dell’anno Mille "(1977)"Il pataffio "(1978), "Il fuoco greco "(1991), "Le Maschere" (1995), "Itaca per sempre "(1997),Rosetta Loy con "Le strade di polvere" , (1990) "La lunga vita di Marianna Ucrìa" di Dacia Maraini.
Negli anni duemila, un autore del genere di grande successo commerciale in Italia è Valerio Massimo Manfredi, che scrive romanzi storici ambientati nell'epoca antica, principalmente ellenistica e romana.
 Molto noti e di rilievo sono i romanzi storici di Andrea Camilleri, come "Il birraio di Preston", "La concessione del telefono" e "La mossa del cavallo". (da Wikipedia)








domenica 22 gennaio 2012

la serie " Fallen Angels " di J.R.WARD




Dopo i libri della saga della Confraternita del Pugnale Nero, che coniugano eros e paranormale, è ora la volta della saga degli "  Angeli caduti " , che inaugura una nuova serie di romanzi la "Fallen Angels" composta per ora da 3 libri. E' una saga incentrata sulla nuova moda degli angeli caduti, meno romance e più urban fantasy rispetto all'altra serie sui vampiri con il quale però condivide l'ambientazione e alcuni personaggi. Il primo è stato pubblicato da Mondolibri nel giugno del 2010 con il titolo "Le Strade del Desiderio (Covet)", mentre dalla Rizzoli  "Io voglio".Volume che la Ward ha ambientato a Caldwell, la stessa città in cui vivono i confratelli vampiri più hot e amati del panorama paranormal romance internazionale.
Questo aspetto fa ipotizzare un futuro punto di contatto significativo tra i personaggi (già in questo romanzo ce ne sono). La serie racconta le “avventure” di Jim Heron. L’uomo, che ha un terribile passato, muore. Ma invece di “proseguire” gli viene affidato un incarico da cui dipende il destino del mondo. Nel corso dei libri dovrà cercare di salvare dalla dannazione 7 persone, ognuna simbolo di un peccato capitale e ognuna a un bivio. Ne Le Strade del Desiderio Jim Heron, che viaggia in Harley e sarà aiutato dagli angeli Eddie e Adrian, deve tentare di salvare il suo capo Vin diPietro, ricco e avido uomo d’affari, incarnazione dell’Avarizia e sull’orlo dell’eterno abisso. Vin, che ha un dono soprannaturale, è fidanzato con Devina, sotto le cui spoglie si nasconde un demone. Un giorno, però, l’uomo incontra Marie-Terese che, in qualche modo, gli è familiare. Ed è qui che il fallen angel Jim Heron potrà trovare una “via”.E questo perchè i personaggi sono legati, sono una sorta di “veicolo di redenzione” l’uno per l’altro. E sono elementi fondamentali della partita finale che Paradiso e Inferno stanno giocando. Non senza colpi mancini…

Il secondo libro è stato pubblicato da Rizzoli a giugno del 2011  col titolo "Arde la notte" ( "CRAVE  " 2010). Ricordiamo che la serie s’incentra sul “lavoro” di Jim Heron , morto e rinato come angelo caduto, che ha il compito di salvare sette anime, una per peccato capitale e a un bivio, dalla dannazione eterna e, nel farlo, salvare il mondo (in un complesso e ancora non ben chiarito “gioco” finale tra Bene e Male). In ogni libro Jim dovrà individuare il prescelto di turno e capire come salvarlo, accompagnato, spesso, da un paio di angeli caduti in Harley Davidson (come lui), di pelle vestiti e in sottile lotta contro la bella diavolessa Devina e compagni. I personaggi attorno a cui ruoteranno le vicende sono Isaac Rothe, ex militare in Iraq, membro delle sezioni dedicate a operazioni segrete e letali,che si è trasformato in un disertore e mentre ora si guadagna da vivere in giro per il mondo come pugile clandestino ,dopo aver quasi ucciso un avversario, viene arrestato e, d’ufficio, gli viene assegnata   la bella avvocatessa Grier Childe, tormentata da un passato difficile da dimenticare . L’arresto attira l’attenzione del vecchio e sinistro capo di Isaac, Matthias, che vuole ucciderlo, ma anche quella di Jim Heron, che oltre a essere un salvatore di anime, è anche l’ex compagno militare in Iraq di Isaac e gli deve un favore.
Intanto tra Grier e Isaac , esploderà subito un'attrazione imprevedibile ed incontrollata .Sarà forse l'amore l'arma letale che aiuterà Isaac e Grier a compiere le loro scelte ?
 Mentre la storia romantica, non in solitario primo piano, e quella thriller fanno il loro corso, rivedremo comparire Devina che farà di tutto per impedire a Jim di salvare l’anima del prescelto, i “colleghi” angeli caduti in Harley, Eddie and Adrien, i quattro “tizi” in Paradiso; scopriremo qualche nuovo tassello del “grande gioco” tra Bene e Male e conosceremo meglio Jim Heron. Il romanzo avrà qualche momento violento e cupo in più, rispetto a Io voglio e il linguaggio, anche in questo secondo capitolo, sarà piuttosto “rude e sboccato”.

Il terzo libro della serie è stato pubblicato in Usa nell'ottobre del 2011 col titolo di " Envy " e previsto in Italia per il prossimo anno,  narra la storia di un detective della omicidi  Thomas 'Veck' DelVecchio Jr. , figlio del famoso serial killer (conosciuto nel primo libro) ,  cresciuto sotto l'ombra del male , che rinnega e  combatte assiduamente  , dedicandosi al suo lavoro , quasi in un tentativo di espiare ciò che fu fatto dal padre.
Assegnata a monitorare il lavoro di Veck , dal dipartimento degli interni è la bella Sophia Reilly , il cui interesse per lui non resterà solo professionale , ma diverrà anche  sentimentale  ; inoltre i due hanno qualcos'altro in comune : sono stati assegnarti entrambi ad un angelo caduto Jim Heron, che nella battaglia finale tra il Bene e il Male sarà l'unica cosa che si contrapponerà tra loro e la dannazione eterna  .





 DA RICORDARE PROSSIMA USCITA :

7° libro della saga della Confraternita del Pugnale Nero di J.R. Ward dedicato a Rehvenge anche in edizione Rizzoli : 8 febbraio 2012   
Per chi di voi seguisse l'edizione Mondolibri il libro in questione è "Lover Avenged".