domenica 20 novembre 2011

EMILY DICKINSON : la poetessa " in bianco"...

..."Non avessi mai visto il sole
avrei sopportato l'ombra
ma la luce ha aggiunto al mio deserto
una desolazione inaudita"...

“…piccola come uno scricciolo, con i capelli ribelli come un riccio di castagna e gli occhi colore dello cherry…”.... “…Ecco apparire una piccola donna comune con due bande di lisci capelli rossicci, in un semplice picchè bianco squisitamente lindo ed uno scialle di lana blu….mi mise nelle mani due gigli: così descriveva la poetessa Thomas Wentworth Higginson il 16 agosto 1870 nella sua lettera alla moglie nella quale raccontava l’avvenuto incontro, dopo anni di sola corrispondenza.


 E ancora, il 15 settembre 1881, Mabel Loomis, annotava nel suo diarioAd Amherst…… è chiamata il “mito”.Non esce di casa da quindici anni…..veste di bianco, si pettina come usava quindici anni fa“. E così, a 125 anni dalla sua morte, avvenuta il 15 maggio 1886 nella sua città natale, Emily appare ancora nell’immaginario di quanti, tanti, la amano e, apprezzando la sua immortale poesia, cercano di creare un contatto il più possibile stretto alla sua persona attraverso la visita ai luoghi che ne custodiscono i ricordi.Il vedere e toccare quell’abito bianco – conservato presso l’Università di Harvard anche se un fac-simile è presente nella Homestead di Amherst - produce tuttora emozioni profonde.
La sua voce, ormai senza tempo ma con l’eternità cucita addosso, ci narra dell’amore, della morte, della natura, dell’immortalità. Lieve, acuta, drammatica, ironica o veritiera ci riversa addosso parole incise nel diamante più puro e noi inciampiamo in versi che paiono nati per caso tanto sono perfetti e non dimostrano né la fatica occorsa né l’età.


Nata il 10 dicembre 1830 ad Amherst (Massachusetts) Emily Elizabeth Dickinson, secondogenita di Edward Dickinson, stimato avvocato destinato a diventare deputato del Congresso, e di Emily Norcross, donna dalla personalità fragile, ricevette dalla famiglia un'educazione piuttosto libera e completa per la sua epoca.Dal 1840 al 1947 frequenta la Amherst Academy e successivamente si iscrive alle scuole superiori di South Hadley da cui viene ritirata dal padre dopo un anno. Manifesta un carattere contraddittorio e complesso, venato da una fierezza irriducibile. Per motivi tuttora non chiari a soli ventitrè anni decide di scegliere una vita solitaria e appartata. I numerosi studiosi che dopo la sua morte ebbero a interrogarsi sulle vere ragioni di questa sua lunga e ostinata segregazione, giunsero alla pressoché unanime conclusione che non poteva trattarsi di "delusioni d'amore", né tanto meno di invalidità fisica.
Rimane quindi irrisolto il mistero Emily Dickinson, affidato all'insondabilità della sua coscienza più profonda.
Gli studi della grande poetessa si svolgono per lo più come autodidatta, orientata nelle letture anche da un assistente del padre, Benjamin Newton, con il quale resterà in seguito in corrispondenza. Scrivere lettere sarà un'attività fondamentale per la poetessa, un modo intimo per entrare in contatto coni il mondo: non a caso molte delle sue poesie verranno allegate ad esse.
Nel 1852 conosce Susan Gilbert, con la quale stringe un forte legame, testimoniato da importanti lettere. Nel corso degli anni successivi compie qualche raro viaggio. Incontra il reverendo Charles Wadsworth, un uomo sposato, del quale (a quanto pare) si innamorerà vanamente.
Nel 1857 fa un altro importante incontro, quello con lo scrittore e filosofo trascendalista Ralph Waldo Emerson, ospite di Austin e Susan, sposi da pochi mesi.

La poetessa entra in amicizia con Samuel Bowles, direttore dello "Springfield Daily Republican" giornale su cui appariranno (a partire dal 1861) alcune sue poesie. Conosce anche Kate Anton Scott. Sia con Bowles sia con quest'ultima stabilisce un profondo rapporto, personale ed epistolare, come d'abitudine per la sensibile Emily. La casa dei Dickinson è praticamente il centro della vita culturale del piccolo paese, dunque uno stimolo continuo all'intelligenza della poetessa, che in questo periodo incomincia a raccogliere segretamente i propri versi in fascicoletti.
Il 1860 è l'anno del furore poetico e sentimentale. Compone qualcosa come circa quattrocento liriche e si strugge vanamente per un amore che gli storici della letteratura identificano con Bowles. Nello stesso anno avvia una corrispondenza con il colonnello-scrittore Thomas W. Higginson, a cui si affida per un giudizio letterario: egli rimarrà impressionato dall'eccezionalità dello spirito, dell'intelligenza e del genio della poetessa, pur ritenendo "impubblicabili" le sue opere. D'altronde ella non intese mai dare alle stampe i propri versi.
Tra il 1864 e il 1865 Emily Dickinson trascorre alcuni mesi a Cambridge, Massachusetts, ospite delle cugine Norcross, per curare una malattia agli occhi. La tendenza ad autorecludersi si acuisce sempre di più, diminuendo i contatti umani, soprattutto quelli meramente superficiali.
Mantiene invece viva la corrispondenza con amici ed estimatori, divenendo sempre più esigente e cercando, a un tempo, intensità ed essenzialità.
Intanto continua a scrivere poesie. La sua produzione, pur non raggiungendo la quantità del 1862, rimane cospicua.
Nel 1870 riceve la prima visita, molto attesa, di Higginson, che tornerà a trovarla nel 1873.
A partire dall'anno successivo inizia un periodo durissimo. Vede infatti scomparire nel giro di pochi anni prima il padre, poi l'amato Bowles (nello stesso periodo in cui la madre aveva fra l'altro sviluppato una grave malattia). Fortunatamente sembra che verso la fine del 1879 (l'anno prima era appunto morto Bowles), Emily si riprenda grazie ad un nuovo amore, quello per Otis Lord, un anziano giudice, vedovo, amico del padre, anche se molte perplessità rimangono sulla loro misteriosa relazione, frutto più di ricostruzioni e congetture.
Intanto può anche godere dell'ammirazione della scrittrice Helen Hunt Jackson. Nel 1881 i coniugi Todd si trasferiscono ad Amherst: Mabel Todd diventerà l'amante di Austin, creando dissidi nella famiglia Dickinson.
La catena delle tragedie riprende: muoiono la madre a Wadsworth (1882), l'amatissimo nipotino Gilbert (1883) ed il giudice Lord (1884).
Emily è prostrata. Nel 1885 si ammala; muore il 15 maggio 1886 nella casa di Amherst.
La sorella Vinnie scopre i versi nascosti e incarica Mabel Todd di provvedere alla loro pubblicazione, che sarà sempre parziale fino all'edizione critica completa del 1955 curata da Thomas H. Johnson e comprendente 1775 poesie.
Una rivelazione editoriale che, grazie all'enorme potenza sensitiva, mentale e metafisica della poesia di Emily Dickinson, ha dato il via ad un vero e proprio fenomeno di culto.(da biografieonline.it)



 N. 211                                                                                 

Vieni piano piano, Paradiso!
Labbra inesperte di te
timidamente suggono i tuoi gelsomini,
come l'ape stremata.
che giunge tardi al fiore,
ronza intorno alla sua stanza,
conta il nettare,
entra, e si perde tra i profumi.

N.809

Chi è amato non conosce morte,
perchè l'amore è immortalità,
o meglio, è sostanza divina.
Chi ama non conosce morte
perchè l'amore fa rinascere la vita
nella divinità



Bibliografia essenziale pubblicata in Italia :

Emily Dickinson - Poesie"
2 Vol. a cura di Guido Errante, Tascabili Bompiani, Milano, ed. 1978;

"Silenzi"
a cura di Barbara Lanati, Einaudi, Torino, ed.1982;

"Le stanze di Alabastro"
di Nadia Campana, Feltrinelli, ed.1983;

"Geometrie dell'estasi"
a cura di Silvio Raffo, Crocetti, Milano, ed. 1988;

"La bambina cattiva"
a cura di Bianca Tarozzi, Marsilio, Venezia, ed. 1997;

"L'alfabeto dell'estasi"
di Barbara Lanati, Feltrinelli, ed. 1998;

"Cercando Emily Dickinson"
di Alessandra Cenni, Rosellina Archinto, Milano, 1998;

"Emily Dickinson - Poesie e lettere"
a cura di Margherita Guidacci, Tascabili Bompiani, Milano, ed. 2000;

"Dickinson - Tutte le poesie"
I Meridiani, Arnoldo Mondadori Editore,
Milano, VI ed. 2001;

"Nei sobborghi di un segreto"
di Marisa Bulgheroni, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, II ed. 2001;

"Dickinson - Poesie"
a cura di Massimo Bacigalupo - con uno scritto di Natalia Ginzburg, Oscar Mondadori, Milano, ed. 2004.





EMILY in ITALIA di Maria Giulia Baiocchi e Corrado Barbieri :

..Nel 1945 a Firenze, fra le rovine della guerra, un soldato americano conobbe una ragazza di nome Margherita Guidacci. L'unico oggetto, aldilà delle dotazioni militari, che il soldato aveva portato da casa, era un libro contenente i versi di Emily Dickinson, sconosciuta allora in Italia, se non per una pubblicazione, apparsa nel 1939, a cura di Emilio e Giuditta Cecchi, edita da Morcelliana, Brescia.
  La ragazza lesse quelle poesie rimanendone folgorata e in seguito diventò la più grande traduttrice italiana di Emily Dickinson, nonché poetessa a sua volta. Ed altro non poteva fare la giovane Margherita dall’animo profondamente sensibile che aveva trascorso l’infanzia in un’estrema solitudine dopo aver perso i genitori a causa di una malattia.
La Guidacci plasmò il suo sentire fra le dolci colline del Mugello, accompagnata nelle sue escursioni dall’amato cugino e poeta Nicola Lisi. Laureatasi in lettere, si specializzò in Letteratura Inglese ed Americana e dopo aver insegnato in diversi licei, passò all’Università di Macerata e poi all’Università Maria Assunta in Vaticano. Visse, a Roma, con il marito, sino alla morte avvenuta nel giugno del 1992.  E' facile immaginare le difficoltà che incontrò la Guidacci fra le varie asperità che presentavano i versi della Dickinson in fatto di punteggiatura, trattini, rime e senso, ma il risultato fu una traduzione che fluisce in modo limpido e scorrevole. Fu un "labour of love", un lavoro faticoso d'amore e di intelligenza, che la portò a tradurre, nel 1947, una prima e limitata scelta delle poesie di Emily, seguita nel 1961, dalla traduzione di 407 liriche apparse nel volume "Poesie e Lettere” (Prima Ed. Sansoni), cui si aggiungeranno altre traduzioni come quella edita da Rizzoli, Milano, nel 1979 e dal titolo “Poesie”.

Nel 1949, anche la traduttrice Marta Bini aveva pubblicato una scelta di liriche della Dickinson con testo a fronte (Denti, Milano). Ma altri, negli anni successivi, si cimentarono in nuove e parziali traduzioni, come Guido Errante, in una prima edizione del 1956 (Poesie – Ed. Mondadori), in una seconda del 1959, sempre di Mondadori e infine in una terza, del 1975, edita da Guanda, Parma.
Tuttavia, per poter avere un quadro più completo e articolato dell'opera e della vita della Dickinson, si dovranno attendere in Italia gli anni '70 e '80, e i tanti e successivi contributi di studiosi, anglisti e traduttori. Fra quanti hanno permesso di conoscere l’opera di Emily Dickinson citiamo: Alessandra Cenni, Annalisa Cima, Massimo Bacigalupo, Ginevra Bompiani, Marisa Bulgheroni, Nadia Fusini, Giovanni Giudici, Barbara Lanati, Silvio Raffo, Gabriella Sobrino e la poetessa Bianca Tarozzi.   L'opera che racchiuderà in Italia l'intero corpus poetico (1775 liriche) della Dickinson sarà Il Meridiano Mondadori a lei dedicato nel 1997, dal quale apparirà con evidenza il contributo fondamentale di tre traduttori principali, che definiremmo "storici": Margherita Guidacci, Massimo Bacigalupo e Silvio Raffo, quest'ultimo artefice di un lavoro appassionato e quantitativamente colossale. Nel Meridiano le liriche tradotte dalla Guidacci sono 392 (con una leggera revisione e adattamento di Bacigalupo), quelle da Silvio Raffo 1174, 185 quelle da Massimo Bacigalupo, e un contributo minore di Nadia Campana per le restanti. A Marisa Bulgheroni è stata affidata l'ottima e approfondita prefazione dal titolo " Accendere una lampada e sparire" e la cronologia.
A Nadia Campana, nata a Cesena nel 1954 e morta suicida a Milano nel 1985, si devono le belle traduzioni delle poesie pubblicate nel 1983 dalla Feltrinelli “Le stanze di alabastro”. Barbara Lanati, docente universitario, oltre ad essere una delle principali traduttrici, (numerose sue traduzioni sono apparse in altre edizioni), è la più autorevole biografa italiana di Emily Dickinson, con l'opera "L'alfabeto dell'estasi" (Feltrinelli, 1998).
Il fascino perenne dei versi di Emily ha spinto in continuazione poeti, letterati e studiosi a cimentarsi nel lavoro di traduzione dei suoi versi, impresa che si prolungherà certamente nel futuro, anche se crediamo che l'opera dei traduttori storici di Emily, come appare sul Meridiano, sarà ben difficilmente uguagliata.
( da
www.emilydickinson.info
)

 

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