lunedì 20 febbraio 2012

NON è MAI TROPPO TARDI......... 4 p.......

Cari Lettori ,

rieccoci ad un altro appuntamento a me molto gradito , spero anche a voi... non volendo annoiarvi troppo con la mia storia sarò più sintetica per quanto riguarda i primi tre anni di matrimonio , che non sono stati per niente eclatanti .

Vi dirò solo che la casa di mio marito e dei suoi genitori , e  non mia , così come mi veniva ripetuto da quell'arpia di mia suocera , non era male   , semplice ma decorosa , molto meglio di quello a cui ero abituata. Non era situata in centro a Milano , ma con l'autobus lo si raggiungeva in dieci minuti.Era composta da cinque camere ed un bagno e un terrazzino molto luminoso ; sì la casa non mi dispiaceva , peccato che non fosse lo stesso per i suoi abitanti , che non erano proprio persone affabili , anzi mia suocera Elvira , non perdeva occasione per umiliarmi , ripetendomi spesso che oltre ad essere brutta , non sapevo fare niente , e perdeva più tempo dietro di me che alle mansioni della casa ...si , di tempo ne perdeva , ma per ordinarmi cosa fare.
La mia giornata era interminabile : sveglia alle sei , preparare la colazione a tutti , riordinare tutta la casa , uscire per fare la spesa , rientrare per cucinare , riasettare; dalle 14 alle 17 , mentre i miei suoceri si riposavano , io cucivo , per arrotondare il bilancio familiare , Elvira diceva che dovevo contribuire , così mi aveva trovato parecchi lavori di cucito, lei naturalmente decideva i prezzi e si intascava i soldi ;dalle 17 alle 19 dovevo provvedere al resto delle faccende per non parlare delle esigenze dei tre stronzi . Scusate , ma tutte le volte che torno indietro , provo sempre del risentimento , anche se non dovrei visto , che sono morti , e ho una vita felice ed appagata in tutto , ma del resto noi umani siamo persone così volubili .
Alla sera, all'ora di coricarmi , avrei voluto stare tranquilla , invece no ...Vincenzo pretendeva un figlio ed era incollerito con me , perchè non mi stavo comportando come una brava fattrice; così tutte e dico tutte le sante sere dovevo accettare le sue attenzioni , e talvolta anche alla mattina. Se la cosa fosse stata piacevole , ne sarei ben stata lieta , ma per me era orribile e ripugnante , lo odiavo , quante volte mi scherniva dicendomi che ero fredda e che se si fosse fatto un tronco , avrebbe trovato più partecipazione ( di ciò aveva ragione ma io lo detestavo!  ), ma io detestavo come mi faceva sentire un oggetto inutile e idiota , e tutte le volte che entrava e usciva da me mi sentivo sporca e vuota .
Se avesse cercato di essere comprensivo e affettuoso , invece che comandarmi e farmi comandare dai suoi, forse sarebbe stato diverso , l'unica volta che avevo avuto il coraggio di raccontargli come mi trattava sua madre, mi aveva schiaffeggiata, ma io non  piansi , e mentre mi sputava in faccia le sue solite cattiverie , ho resistito e mi sono fatta forza pensando a mia nonna , che mi accarezzava la guancia e mi consolava dicendomi : " Forza cara bambina , io so per certo che ci sarà un futuro migliore per te ... NON è mai troppo tardi...".
In quei primi tre anni di matrimonio , il mio pensiero fu sempre per il bellissimo uomo incontrato la mia prima notte di nozze . Nei pochi momenti di pausa , guardavo il suo biglietto da visita : 'Gabriele che bel nome ...proprio come l'Arcangelo ' . Appariva nei miei sogni , fantasticavo , mi inventavo le giornate passate con lui. I sogni erano talmente chiari , che cominciai a scrivere il mio primo libro di nascosto, la protagonista ero io , ma naturalmente molto più attraente , e non si chiamava Rosa ma Jane ,come l'eroina del mio romanzo preferito ' Jane Eyre di C. Bronte .
Avendo poco tempo , scrivevo poche pagine , al giorno , ma così emozionanti che non vedevo l'ora d'immergermi : Jane faceva tutto quello , che avrei voluto fare io , era una scrittrice di successo, viaggiava molto , andava a teatro e nei locali alla moda e viveva una grande storia d'amore con un angelo di nome Gabriel , che era un dono venuto dal cielo , per rendere felice la mia eroina .
Finalmente nel terzo anno di quell'odioso matrimonio rimasi incinta , nonostante trovavo insostenibile la situazione ,ero al settimo cielo , avrei dato alla luce una creatura d'amare e che mi avrebbe amato incondizionatamente , speravo solo che fosse un maschio , così Vincenzo , forse mi avrebbe lasciato respirare un po' ; ma non fu così , la storia si ripetè e ,come mio padre fu rattristato dalla mia nascita , Vincenzo mi disprezzò ancora di più , mi ricordo ancora la sua espressione e le sue parole  , come fosse ieri , mentre sdraiata nel letto allattavo la mia dolce bambina  " Stupida , sei proprio stupida , non servi proprio a niente , neppure un figlio maschio mi hai saputo dare, ma cosa ho fatto per meritarmi una creatura tanto inutile  .." ... Si , mi disse proprio così, ma mentre lui se ne andava , sbattendo la porta della camera  , non ero triste ma in adorazione per quel piccolo esserino che aveva già rubato tutto il mio cuore . Adoravo tutto di lei : le sue manine strette a pugno , il suo dolce visino concentrato nella poppata , il ciuffo di capelli neri sul suo testino, era un miracolo , il mio miracolo , la mia bambina , sì mia e solo mia , non mi sentivo più triste e nemmeno inutile , avevo fatto nascere una nuova vita , si era nata MIA FIGLIA.
Venne chiamata Angela , con mio dispiacere , volevo darle il nome di mia nonna , o della protagonista del mio romanzo , ma dovevo saperlo con loro non si discuteva , Angela era il nome dellla madre di mia suocera , ma in fondo cos'è un nome contro tutto quello che loro non avrebbero mai avuto ; era la mia piccolina , nelle sue vene scorreva anche il mio sangue , e con disappunto di Elvira , aveva anche i miei occhi . Promisi a me stessa , che quei occhi non avrebbero visto l'infelicità , finchè mi sarebbe stato possibile la mia piccola avrebbe conosciuto l'amore , e per questo dovevo cambiare molte cose , soprattutto io : sì , sarei cambiata , non volevo più essere l'ombra di me stessa , dovevo diventare una donna sicura ed autonoma , e anche più attraente , che non guasta ....si... la protagonista del mio romanzo avrebbe preso vita e si sarebbe chiamata ....ROSA...
Volevo insegnare ad Angela a farsi strada nella vita , a diventare una donna sicura con grandi prospettive davanti a sè, volevo che mi guardasse con ammirazione , ma per fare ciò dovevo escogitare un piano in cui ci sarebbe stato anche Lui ...si proprio Lui ..l'uomo dei miei sogni : Gabriele.



Adesso vi devo proprio lasciare a lunedì , baci  da Jane o scusate Rosa ..     

sabato 18 febbraio 2012

Quando leggere ...fa innamorare ...2ap.

Tratto da "Dio del Sole " di Nan Ryan


...Amy girò di scatto la testa.Guardò negli occhi scuri ed espressivi di lui e si chiese improvvisamente perchè il suo compagno si stesse comportando in modo così gentile e premuroso dopo l'indifferenza con cui l'aveva trattata per tutta la settimana.
perchè mi hai ingnorata per tutto il tempo mentre c'erano gli ospiti' '? Non hai ballato con me neppure una volta .Hai urtato la mia sensibilità.
Il volto abbronzato di lui assunse un'espressione addolorata.
Luiz guardò lontano ,oltre il placido fiume ,poi inghiottì a fatica e le disse la verità. '' non so ballare''
'' Non sai ... è per questo che......'?
''Si,Si,è così ! Sono goffo e maldestro e....e.... ''l'improvviso scoppio di risa di Amy lo fesce smettere di parlare.Una rabbia improvvisa balenò nei suoi occhi neri .''Ti sembra divertente?''
''si, non riesci a vedere quant'è buffo?''......
Continuando a ridere ,Amy gli toccò il volto teso con dita gentili.
''Tonatiuh, pensi davvero che potesse importarmi che tu non sapessi ballare'? ''
Scettico,lui disse: Bè,non è così?
''NO!Non m'importa se non hai imparato a ballare!Non fa alcuna differenza'' .''Impulsimamente afferrò una della mani guantate di lui e, tenendola tra le proprie , se la premette affetuosamente sulla guancia .''Pensavo che non volessi ballare con me.Non capisci ,credevo si trattasse di me''
''Bè, non è così.Si trttava di me''.Il volto cupo di lui iniziò ad addolcirsi ,ma il giovane non potè fare a meno di aggiungere in modo provocatorio : Non sono TYLER parnell''
''LO SO'',disse lei ,''e ne sono lietissima''. Lei gli lasciò andare la mano,ma i suoi occhi azzurri colmi di affetto rimasero fissi sul volto di lui.
Luiz rimase dubbioso.'' scommetto cge,se ti avesse qui in questo momento ,lui...lui...ti bacerebbe''
Amy lo guardò direttamente negli occhi .''No,non lo farebbe.
Non glielo permetterei.''sorrise ,e poi disse molto dolcemente : Ma lascerei che tu mi baciassi ,Tonatiuh .Mentre il volto chiaro le diventava roseo, aggiunse timidamente: Se tu volessi''
Lui si fece rosso in volto .''Lo voglio.Desidero moltissimo baciarti, ma...ma....''Lui sospirò'' Come ballare .Non so fare neppure quello''
Non ho mai baciato una ragazza ''.
''Ne sono felice ,'' replicò Amy,ed era sincera ''.Nessuno mi ha mai baciata .Possiamo imparare insieme''Sollevò su di lui gli occhi fiduciosi .'' Non ti pare?''
Luiz fece un largo sorriso fanciullesco.''Sì,disse ''mi pare''.....
Con il cuore che galoppava nel petto ,lui si tolse lentamente i guanti di pelle e li lasciò cadere a terra.
Quando si volse di più verso di lei,Amy trattenne il fiato. Le magre mani scure di lui salirono a incorniciarle il volto.
Amy non aveva la minima idea di cosa dovesse fare con le proprie mani,perciò avvolse morbidamente le dita intorno ai polsi di lui.
Gli occhi scuri di luiz trattennero per un attimo quelli della fanciulla,poi scesero sulla sua bocca,Sotto quell'intenso esame ,le labbra diAmy iniziarono a tremare e le parve che i polmoni le stessero  per esplodere.
Ma poi lui le sorrise comprensivo e disse a voce bassa ,dolce;''respira ,tesoro mio''''
Annuendo ,Amy esalò l'aria con gratitudine ,e risero entrambi.
Quando infine si furono calmati,i neri occhi di luiz divennero seri,poi affettuosi.
Sollevò verso l'alto il mento di Amy ,abbassò il proprio volto abbronzato ,e la baciò.
Fu un bacio innocente.Due paia di labbra timide e ansiose che s'incontravano a titolo di prova ,toccandosi fugacemente,poi ritraendosi con rapidità.Ma il breve, casto bacio fu dolcemente eccitante per la giovane coppia ingenua.
Pieno di soggezione e meraviglia ,Luiz disse, sentendosi forte, protettivo e possessivo: ''Non basta che io sia il primo a baciarti ,Amy ''
''Non basta?'' lei lo fissò con occhi spalancati .
'Gli occhi grandi e scuri di lui balenarono d'ardente intensità e Luiz disse, scandendo bene le parole:Devo essere anche l'ultimo''
Amy aprì rapidamente la bocca per assicurargli che lo sarebbe stato .
Ma le labbra calde di lui coprirono quelle di lei in un altro tenero bacio e la fanciulla si limitò a sospirare, sicura che lui sapesse ,senza bisogno che lei glielo dicesse ,che lo sarebbe stato.
IL primo.L'ultimo. L'unico.
In un gelido giorno grigio ,verso la fine di novembre ,Amy era di umore malinconico.Cavalcò da sola fino al Puesta del Sol dove, molto tempo addietro ,lei e Tonatiuh avevano fatto l'amore per la prima volta .
Avevano fatto l'amore per l'ultima volta.
Sotto il cielo plumbeo e lugubre, Amy sedette sulla riva piatta del fiume. Circondandosi le ginocchia con le braccia,lei fissava pensosa l'acqua fredda e liscia come uno specchio  .
Improvvisamente un freddo vento auttunnale da nord disturbò la  tranquilla superficie del fiume.
Sollevò fili di capelli biondi sciolti intorno al volto di lei e le penetrò attraverso i vestiti ,raggelandola.
Amy rabbrividì .Una sensazione irreale s'impadronì  di lei.
Il vento si calmò e svanì.
Le scure nuvole  pesanti rotolarono via.
Apparve un sole caldo e luminoso che proiettò la sua abbagliante luminosità su tutto il paesaggio.
Amy rimase senza respiro. Il cuore cominciò a batterle.
Lei alzò con lentezza lo sguardo pieno di speranza.
E lì si stagliava l'indiano.
Nudo,illuminato del sole...





Tratto da Lisa Kleypas "Magia di un Amore "

...Hampshire

"Devo essere un'attrice davvero abile se sono riuscita a convincerti che il tuo ceto sociale mi importasse. Niente può essere più falso. Non mi hanno mai interessato le circostanze della tua nascita ....nè da dove vieni... o di chi sei veramente figlio...potresti essere un pezzente e non cambierebbe assolutamente niente per me . Farei qualsiasi cosa, verrei ovunque per stare con te ."
le unghie penetrarono profondamente nel cuoio liso della poltrona. Lei chiuse gli occhi."Ti Amo Mckenna , ti ho sempre amato "....
...McKenna emise un gemito roco .Si alzò dalla poltrona e si inginocchò davanti a lei , ansimando come se qualcuno gli avesse tirato un colpo mortale al cuore "Non credevo che sareste mai tornato da me"continuò lei "nè tanto meno volevo che fossi informato del mio incidente. Ma quando sei arrivato a Stonj Cross, ho deciso che per amarti almeno una notte valeva la pena correre qualsiasi rischio.
Ecco perchè ..." esitò , arrossendo violentemente "La notte della fiera in paese..."

...McKenna le prese una mano tra le proprie , tremanti la fissò con occhi di brace." Sei la mia metà, la mia anima , la mia vita .."disse roco . " Come hai potuto pensare che io ti avrei abbandonato per così poco?Ci hai condannati entrambi all'inferno per niente ."

..Quando la raggiunse sul letto , l'afferrò per la nuca e si sdraiò su di lei , divaricandole le gambe con le ginocchia. Aline trattenne il fiato, mentre cercava di assorbire la meravigliosa sensazione del contatto col suo corpo nudo... Le lunghe membra muscolose, il suo petto ampio, la pelle tesa. McKenna le afferrò il fianco destro posizionando con infinita cura il ginocchio in modo che la cicatrice non tirasse .Ammirata , lei allungò una mano alla sua guancia appena sbarbata .
Il momento era così tenero e dolce che non potè fare a meno di piangere."Non ho osato immaginare tanto nemmeno nei miei sogni" Lui posò la fronte contro la sua ."Io sì " Rispose " Per migliaia di notti ho sognato di fare l'amore con te in questo modo. Nessuno sulla faccia della terra ha mai odiato l'alba come me , quando veniva a separarmi dai miei sogni" Si chinò a baciarla sulle labbra , sulla gola , sui capezzoli rosati. Poi, mentre lei rispondeva ai baci , allungò una mano tra loro per guidarsi dentro di lei , la penetrò , riempendola lentamente , finchè non si ritrovarono inguine contro inguine.Entrambi gemettero al momento dell'unione...Carne dura immersa nella dolcezza , congiunzione profonda dei corpi...

lunedì 13 febbraio 2012

NON è MAI TROPPO TARDI .......... 3a p.

Lunedì 13 Febbraio 2012

Bentornati miei cari ,
oggi per me è stata una giornata molto produttiva, ho allestito la sala, dove mio marito esporrà i suoi capolavori; me ne occupo sempre personalmente , adoro i suoi quadri e voglio essere sicura che tutto sia perfetto.
Adesso , però voglio continuare il racconto della mia vita ....vediamo dov'ero rimasta , se non sbaglio al giorno del mio ventesimo compleanno , in cui venni informata di dovermi sposare.

Potete immaginare la mia reazione , quando mia madre mi diede la notizia del futuro che avevano scelto per me : ero sbigottita , spaventata  e molto arrabbiata, ma non lo diedi a vedere , lo accettai senza ribellarmi .
Il cosidetto marito ideale per me , come diceva mio padre , si chiamava Vincenzo , dico si chiamava perchè ormai è deceduto : quindici anni più grande di me , lavorava nell'Arma , come mio padre e come lui era anche molto prepotente , ma per fortuna ai suoi occhi sono sempre apparsa una moglie ubbidiente e noiosa .
Il giorno del matrimonio era stato deciso , da quando ero stata avvertita di essere stata promessa avevo solo dieci giorni per abituarmi all'idea , perchè al decimo , che ricordo bene era un venerdì , sarei diventata la signora Leone e non era tutto dovevo anche trasferirmi , ma non solo in un'altra casa , ma anche in un'altra regione , si perchè lui e la sua famiglia erano emigrati a Milano , quando aveva vent'anni , dove aveva trovato subito lavoro in caserma ; quindi dovevo  preparare la mia misera valigia , ed andare ad accudire un marito, di cui non ne sapevo nulla , ed una suocera ed un suocero. 
Ero atterrita , io che non uscivo mai di casa , solo in rare occasioni per le commissioni, io che non avevo amici ,che non riuscivo ad interagire con gli  estranei , quando Vincenzo si presentò e mi guardò negli occhi con quell'espressione autoritaria facendo  l'elenco di tutte le cose ,che si aspettava da me , mi limitai ad annuire ....." Devi essere una buona moglie , non disubidirmi mai , perchè io non ti darei mai consigli sbagliati ...Devi avere rispetto dei miei genitori e prenderti cura di loro come se fossero i tuoi ..dovrai darmi dei figli ed insegnargli il completo rispetto per il proprio padre ....la casa dev'essere sempre pulita ....il mangiare sempre pronto ...i miei abiti sempre in ordine lavati , rammendati e stirati...non puoi astenerti dal talamo nuziale , anche se per una donna non può risultare piacevole , ti darai a me ogni volta che ne avrò voglia ..." e bla..bla ...bla ...almeno per un'ora .
Dio mio ! Questo era anche peggio di mio padre . Tra tutti i doveri che dovevo svolgere , quello che più mi terrorizzava era il cosidetto 'talamo nuziale ' non ne sapevo proprio niente , solo una volta mia madre mi aveva introdotto l'argomento ,ed  imbarazzata mi fece un discorso che doveva prepararmi al matrimonio : " Rosa , ascolta bene ciò che ti dico ,perchè lo farò una volta sola , non è decoroso parlare di certe cose ,ma come madre sono obbligata a spiegarti quali sono i tuoi doveri di moglie .Figlia mia sai come si concepiscono i bambini ? " .

Io non ne sapevo nulla , ma avevo visto il nostro toro con la mucca , e i miei fratelli che ne ridevano facendo battute oscene , quindi ne avevo dedotto che l'atto sessuale , anche per un uomo , doveva essere simile ; ma come poter spiegare , una cosa del genere a mia madre, quindi optai per un semplice " No".
"Ecco mia cara , tu non devi fare niente , se ne occuperà tutto tuo marito :quando vi coricherete per la notte , lui ti alzerà la camicia  , poi posizionandosi sopra di te , infilerà il suo 'coso' dentro l'apertura che hai in mezzo alle gambe , la prima volta ti farà un po' male e uscirà del sangue , ma non spaventarti, poi tuo marito andrà su e giù , ma non ti muovere , se sarai fortunata in pochi minuti tutto sarà finito. Hai delle domande ?" Ne avevo tante , ma non gli chiesi nulla , sembrava già tanto imbarazzata e ripugnata dell'atto in sè , così lasciai perdere, in fondo tutte le donne , o quasi , dovevano affrontare questa cosa e io l'avrei fatto da brava moglie , come mi era chiesto di essere.
Non vi annoierò raccontando del giorno del matrimonio , non ci sono stati festeggiamenti, io vestita con il mio solito abito celeste e lui in divisa , il tempo per un piccolo rinfresco e in fretta e furia verso la stazione , dove ci attendeva il treno per raggiungere la mia nuova casa.
Se penso a quel giorno , e alla paura che provavo per ciò che mi aspettava , mi vengono ancora i brividi .Ma chi avrebbe mai immaginato che, quando entrai nello scompartimento del vagone di seconda classe , in cui Vicenzo aveva prenotato , i miei occhi avrebbero incontrato quelli dell'uomo che  cambiò la mia vita per sempre.
Mi reputo una donna molto fortunata , perchè ho conosciuto il vero Amore ,  quello con la A maiuscola ,che ti fa bramare in ogni momento , un contatto con il tuo uomo sia fisico ,sia mentale , che ti fa rinunciare a tutto per lui, anche alla vita stessa.
Lo vidi la prima volta , in quella cuccetta spoglia del treno , che mi avrebbe portato ad una nuova vita , si proprio così , lo incontrai la prima notte da donna sposata .
Mio Marito non volendo sprecare i pochi soldi ,che aveva per il nostro viaggio , non prese uno scompartimento tutto per noi , ma uno, che dovevamo condividere con altre due persone .
Io , subito , ne fui rasserenata , perchè convinta che  avrei affrontato quella prima notte di nozze , a casa nel nostro letto , ma purtroppo non fu così ...
Appena entrata nello scompartimento rimasi catturata da un uomo seduto nella sua cuccetta, intento a preparasi una sigaretta, il più bel esemplare di maschio che avessi mai visto , un viso così non esisteva nemmeno nei fotoromanzi , che mi facevo imprestare dalla bidella della scuola dei miei fratelli. I suoi occhi del colore del mare in tempesta , catturarono subito il mio sguardo , i suoi capelli del colore del grano appena raccolto , brillavano di luce propria . Vicenzo vedendo che ero rimasta immobile sulla porta di entrata , mi diede uno spintone ,che quasi mi fece ruzzolare a terra , ma mentre il treno partiva e mio marito sistemava le nostre cose ,il mondo per me si era fermato , non sentivo rumori , non vedevo altro che lui . E poi , mi resi conto che mi osservava con un certo interesse , mi sentii imbarazzata e il mio viso prese colore , pensai tra me che forse mi trovava stupida, ma non me ne importava il mondo non esisteva più , c'era solo lui.

Penserete che sono esagerata , ma è andata proprio così , mi sono innamorata dal primo momento che l'ho visto , peccato che ero destinata a ben altra vita ...

La gomitata che mi diede Vicenzo mi fece tornare alla realtà e senza dire una parola mi sedetti nella mia cuccetta , mentre mio marito si stava preparando per la notte .
"Rosa cambiati si va a dormire " Mi disse , io non volevo svestirmi e quindi gli risposi di stare bene così , ma il suo sguardo furioso , mi fece capire che dovevo  ubbidire .
Uscita dal bagno ,corsi subito sotto le coperte , la situazione era alquanto strana , provavo più pudore davanti a mio marito e alla vecchia , che dormiva nella cuccetta in alto , che davanti allo sconosciuto , non sentivo vergogna, nonostante sapevo non essere attraente , il suo modo di guardarmi mi faceva sentire bella .
Quando Vincenzo fu pronto , uscì con una sparata che mi fece gelare il sangue " Signori , ci siamo appena sposati e da buon marito intendo consumare il matrimonio , spero che non vi dispiaccia se spengo la luce"
Gelo , ghiaccio , vergogna , terrore e rabbia , furono i miei sentimenti , ma come poteva farmi una cosa del genere con altre persone nello stesso ambiente ; per me era la prima volta e non solo dovevo sopportare il bastardo dentro di me , ma dovevo avere anche degli spettatori : la vecchia ,che non rispose e si girò di schiena , e lui ,l'uomo che avrei desiderato più di me stessa , che  alzò le spalle con indifferenza ,anche se compresi  dal suo sguardo , che era dispiaciuto per me , provava pena e forse , ma dico forse qualcos'altro...  
Fu drammatico , mentre mio marito mi faceva sua , nel momento in cui  mi ruppe l'imene , lo sconosciuto mi allungò una mano ed io la presi , non urlai dal dolore , sopportai tutto perchè mi sentivo rassicurata dalla sua  stretta  .
Mio marito non si accorse di nulla , era intento a spingere , a fare versi ,come un maiale ,ma, per mia fortuna, non durò più di dieci minuti, lui mi lasciò la mano , mentre Vincenzo mi sussurrava all'orecchio queste parole: " Brava bambina ! Adesso riposa , spero che tu capisca che  ho dovuto farlo per valutare se eri illibata , non fosse stato così, domani ti avrei rispedito a casa ." e dandomi un bacio sulla fronte si alzò lasciandomi lì frastornata e sporca di sangue .  Mi voltai  verso lo  straniero , soffocai un singhiozzo , e solo il suo sguardo mi impedì di piangere e rimasi così, finchè non mi addormentai..
Al mio risveglio lui non c'era già più , ma trovai al suo posto un biglietto da visita , con  su scritto " Gabriele Fortunati , pittore e scultore , piazza Diaz 40/9  - Milano" , che raccolsi e nascosi come un prezioso tesoro ....


...ma per sapere cosa avrebbe avuto in serbo per me quella nuova vita, che mi apprestavo a raggiungere, dovrete aspettare sino a lunedì   una saluto affettuoso da  Rosa

sabato 11 febbraio 2012

C' ERA UNA VOLTA ...IL Romanzo "ROSA"...


Il romanzo “rosa” è un genere letterario ,  che narra vicende amorose e passionali, in genere a lieto fine ; Il romanzo rosa , inizialmente , assume la struttura tipica del feuilleton ( romanzo popolare , che abbina la letteratura al giornalismo ,largamente diffuso nella seconda metà dell'Ottocento ,storie di tipo consolatorio e compensatorio, imperniate sulla dicotomia buoni/cattivi, e situate in ambientati degradati e squallidi. Maestro del genere è Octave Feuillet ,1821-1890, con Il romanzo di un giovane povero.) , dove la coppia in antitesi è sempre quella lui/lei e dove la risoluzione finale del conflitto non si ottiene con la morte di uno dei due, bensì con la riconciliazione che origina il lieto fine. Perchè se il feuilleton poteva originare finali caratterizzati da catastrofi (fisiche, morali, esistenziali), il romanzo rosa ha sempre un lieto fine.
Tanto per eliminare un poco di confusione di termini, il romanzo rosa è tuttora denominato feuilleton (e pazienza se si perde la differenza) oppure romanzo d'appendice poichè usava pubblicarlo a puntate in appendice a giornali e riviste, e a seconda del gradimento dei lettori veniva in seguito pubblicato in volume.
La nascita del romanzo rosa non è ovviamente definibile con una data precisa, non essendo precisi i confini del genere, anche perchè gli autori di fine secolo XIX - pur considerati di alta letteratura - possono cimentarsi nel feuilleton (un esempio per tutti, Le lys rouge di Anatole France), così come autori di romanzi popolari possono scivolare senza accorgersene nel rosa (ed è il caso di George Ohnet, soprattutto nel titolo che lo ha reso immortale, Le Maître de forges).  
 Se alcuni sostengono che la patria del genere sia la  Francia , dove ai primi del Novecento, Delly (pseudonimo dei fratelli Jeanne-Marie 1875-1947 e Frédéric Petitjean de la Rosière 1876-1949,pubblicato in Italia nella collana “le signorine della Salani” ),lo porta alle supreme vette della semplificazione, che si limita allo schema innamoramento/conflitto/sposalizio spesso privo di contorno.
Altri ritengono che sia la Gran Bretagna con il romance, o romanzo romantico: solitamente ambientato nel periodo della Reggenza, ha per protagonisti aristocratici, duchi e principesse, uomini affascinanti, coraggiosi, impulsivi, e donne bellissime, virtuose e fiere. A comporre la storia d'amore concorrono elementi tipici del romanzo d'avventura (rapimenti e congiure, fughe notturne, duelli) e della commedia degli equivoci (tradimenti, agnizioni, intrighi). Ne sono progenitrici Georgette Heyer (1902-74) e Constance Heaven (1913) - quest'ultima più incline al melodramma e al mistero - che si sono ispirate ai modelli di Jane Austen, per quanto riguarda gli intrecci e l'analisi dei rapporti tra valori sociali e valori personali, e al romanzo gotico quanto riguarda l'ambientazione e i personaggi: castelli, monasteri, abbazie in rovina, fanciulle perseguita fattucchiere, zingari. 

A consacrare definitivamente la letteratura rosa è stata Barbara Cartland (1901-2000), che ne ha codificato lo schema «vincente»: un uomo - bello, ricco, di nobile lignaggio - e una donna - bellissima, vergine e di grande forza d'animo - si amano; il loro amore è romantico e appassionato, ma non vi è sesso (valore principe dei romanzi della Cartland, infatti, è la castità prematrimoniale); fattori esterni - guerra, malattie, disgrazie, differenza di ceto sociale - mettono a repentaglio il sentimento che li unisce, il quale alla fine trionfa su ogni ostacolo e i due convolano felicemente a nozze. Con i suoi oltre settecento libri la Cartland ha valicato i confini inglesi cogliendo un successo senza precedenti e diffondendo la l.r. in tutto il mondo.
Tra le autrici italiane, la regina incontrastata del rosa è indubbiamente Liala (pseudonimo di Amalia Liana Cambiasi Negretti Odescalchi 1897-1995, il cui nome d’arte fu coniato per lei da Gabriele D’Annunzio), autrice di oltre ottanta romanzi che hanno venduto milioni di copie. La sua particolarità è l'ambientazione: il mondo della marina o dell'aviazione, durante la prima guerra mondiale. Ricordiamo anche JOLANDA (1864 - 1917), Anna Vertua GENTILE(1845 - 1926),Annie Vivanti (1868-1942), Clarice Tartufari(1868-1933), Maura (Maria Volpi 1892-1940) , che divennero conosciute grazie a case editrici cone la Sonzogno e la Salani che negli anni trenta pubblicarono delle Collane dedicate al genere come ad esempio La Biblioteca delle Signorine (Salani), conosciuti anche come i Romanzi della Rosa , dal logo impresso sulla copertina in tela rosa , che li distingue, oppure la biblioteca romantica economica (Sonzogno) 
 . 








Ma è negli anni '70-'80 che avviene il boom  del genere :nel 1981 nasce Harmony, joint venture tra la Arnoldo Mondadori Editore e la Harlequin Enterprises, sul cui modello si costruisce. Oggi la Harmony conta venti collane, all'interno delle quali i libri escono con una periodicità che varia dal bisettimanale al bimestrale. Negli ultimi anni una nuova impronta al genere è stata data da altri editori: tra le firme più significative delle nuove tendenze Sveva Casati Modignani - pseudonimo di Bice Cairati e Nullo Cantaroni (quest'ultimo venuto a mancare nel 2004), autori di sedici romanzi di grande successo commerciale - e Mara Venturi, che ha iniziato a scrivere dietro suggerimento di Italo Calvino ed è stata definita da Alberto Bevilacqua la «Sandokan dei sentimenti»; oltre che di molti romanzi vendutissimi è autrice anche di serie televisive e di sceneggiati.
Negli Stati Uniti il genere diventa rapidamente un business, tanto che negli anni '50 nasce la prima casa editrice specializzata, la Harlequin, che si avvia rapidamente a conquistare il monopolio del mercato. Il romanzo rosa americano presenta subito caratteristiche diverse dal romance inglese. Rimane ovviamente fisso il canovaccio narrativo, ma l'ambientazione è spesso contemporanea e le protagoniste femminili non sono più donne idealizzate, «senza macchia e senza paura», ma eroine a volte ciniche e spregiudicate, che cercano l'emancipazione, il riscatto e l'affermazione di sé attraverso l'amore. Negli anni '70-'80 nascono i cosiddetti bodice rippers (letteralmente «strappa corsetti», attività prediletta dei loro protagonisti maschili); con Rosemary Rogers e Jennifer Wilde per la prima volta l'erotismo entra nella l.r. e i protagonisti hanno una significativa mutazione: lui è un uomo maturo, lei una giovane donna intraprendente. Una decina di anni dopo - complice la rapida espansione di Harlequin e l'affinamento delle sue strategie editoriali - il genere compie un'altra «svolta» rilevante: pur rimanendo fedele alla formula di base con l'happy end assicurato, introduce temi più «realistici» come il divorzio, gli abusi, le famiglie allargate, la carriera. La fine dell'astratto «sogno d'amore» e l'acquisizione di un più stretto legame con il vissuto spingono la l.r. fuori dai suoi stretti confini, a cercare contesti e registri narrativi nuovi, spesso ibridandosi con altri generi letterari come il thriller, la commedia, il romanzo storico, d'avventura, esoterico e altri.


Attualmente Harlequin pubblica circa settanta romanzi rosa al mese, diversificati in «serie» secondo il genere: si tratta di libri a foliazione ridotta, prezzo contenuto, con uscita fissa più volte al mese. Oltre a questi vi sono anche romanzi più lunghi, non facenti parte di alcuna collana, detti single title. Campionessa di vendite del momento è Nora Roberts, ma viene spesso insidiata da Daniele Steel, Barbara Taylor Bradford, Jackie Collins e altre, autrici di romanzi che sconfinano verso la cosiddetta women's fiction, ossia narrativa rivolta a un pubblico femminile, che non racconta necessariamente una storia d'amore, non segue uno schema fisso e presenta solitamente una caratterizzazione più approfondita e vicende più articolate, dando quindi luogo anche a libri più «corposi» dei classici rosa.

Nell'ultimo decennio è esploso il fenomeno, di matrice anglosassone, della chick-lit - letteralmente «letteratura per pollastrelle» (da chick, diminutivo di chicken, «pollo», ma nello slang «ragazza», e lit diminutivo di literature) - che ha preso avvio da una rubrica firmata dalla giornalista inglese Helen Fielding sulle pagine dell'«Indipendent»: «Il diario di Bridget Jones», diventata poi, con lo stesso titolo, un libro (1996) e infine un film (2001) di successo mondiale. Gli ingredienti della chick-lit sono: una giovane protagonista single, afflitta da qualche chilo di troppo o da altre «imperfezioni», perennemente insicura, romantica e un po' goffa; una verve ironica e scanzonata; la caparbia ricerca dell'uomo ideale; Mieto fine, che non è l'altare, ma molto più spesso un'autoaffermazione della donna, che acquista finalmente fiducia in sé. Oltre a Helen Fielding, sono autrici di chick-lit Sophie Kinsella, Jennifer Weiner, Candace Bushnell, Melissa Bank e Anna Maxted. In Italia ha successo, in questo filone, Stefania Bertola.
Il dilagare del fenomeno ha indotto Harmony a lanciare «Red Dress Ink», una collana interamente dedicata alla chick-lit. Il successo internazionale di questo tipo di narrativa - che per le sue caratteristiche è considerata più vicina alla women's fiction che alla l.r. - è da ascrivere alla sua capacità di restituire il senso d'incertezza e precarietà che caratterizza la generazione delle «quasi trentenni» e alla sua peculiare «ricetta» per la felicità. Diretta emanazione della chick-lit è, infine, la neonata mummy lit, ovvero: Bridget Jones dieci anni dopo... non più «pollastrella» bensì mamma. Anche nella mummy lit l'happy end è la ritrovata fiducia in sé, attraverso la consapevolezza... degli anni passati.(
www.parados.it)


DELLYpseudomino di Jeanne  Henriette Marie Petitjean de la Rosiere (1875-1947) e del fratello Frédérick (1876-1949) 

romanzo di Delly è il romanzo rosa per antonomasia.
Si potrebbe dire un nome una garanzia.
Nel vasto panorama della letteratura popolare sentimentale che va da metà
Ottocento alla Seconda Guerra Mondiale, non escludendo gli epigoni contemporanei,
Delly è sicuramente il più noto e il più amato degli autori del genre.
Nulla togliendo ad altri autori famosi, come Octave Feuillet e Carolina Invernizio artefici del feuilleton tragico ottocentesco, oppure alle inglesi Elynor Glyn e Barbara Cartland, che inseriscono quel tocco particolare di morbosità, oppure alle ben note tedesche Elisabeth Werner e Hedwig Courths-Mahler, regine incontrastate della felicità borghese, Delly riesce a superare tutti per l'irresistibile
leggerezza delle trame, per l'assurdità dei dialoghi, per l'efferatezza
del personaggio cattivo opposta alla luminosità dell'eroina.
 Delly riesce a farci sognare.Tutte, almeno una volta, ci siamo immedesimate in una qualche
eroina di Delly, sognando di essere prese tra le braccia da quel sublime
bruto che nonostante tutto ci fa così soavemente palpitare
.
E
che dire dell'eroina?, sempre uguale a se stessa, sempre bellissima, poverissima,
buonissima. E aggiungiamo: castissima, ignorantissima in materia d'amore
e anche di sesso. A dire il vero ci pare normale che a fine Ottocento
una signorina come Marie Delly, che vive ritirata in casa propria senza
mai metterne fuori il naso, ignori certi fatti della vita, se è
vero che in Fiori del chiostro, fiori del focolare l'eroina, che
ha dei dissapori col marito e quindi ne sta alla larga, rimanga poi incinta
... ma proprio in questo risiede il fascino straordinario di questi romanzi
che di romanzesco non hanno nulla ma di fiabesco tanto, e che ci lasciano
sognare di un mondo diverso, irreale, dove tutto finisce bene. Sostanzialmente
è questo il motivo per cui si leggono i romanzi rosa: per evadere
dalla dura realtà del mondo in cui viviamo e passare due ore felicemente
immersi tra le nuvole. E siccome tutte le nuvole hanno delle sfumature
di colore diverso, quelle originate da Delly sono incontrovertibilmente
rosa.

LIALA
Amalia Liana Cambiasi Negretti Odescalchi nasce a Carate Lario il 4 marzo 1897 da una famiglia colta e benestante,che vanta tra i suoi antenati Felice Romani, librettista di Vincenzo Bellini.
La giovane Amalia compie gli studi che all’epoca si addicono a una giovane donna del suo rango, studiando al liceo classico, poi giovanissima sposa il marchese Pompeo Cambiasi, più anziano di lei di molti anni e Ufficiale della Marina.
Grazie a questo matrimonio viene introdotta negli ambienti della Marina, che faranno da sfondo a quasi tutti i suoi romanzi. La futura scrittrice si fa conoscere anche per le sue stravaganze ( per l’epoca ovviamente), infatti guida da sola l’auto rifiutando l’autista, indossa spesso pantaloni…insomma tutte cose insolite per le donne dell’epoca, anche se grazie ad alcune pioniere questi comportamenti stanno iniziando a vedersi in giro.
Ma il suo anticonformismo diventa evidentissimo quando si innamora, ricambiata, del pilota d’idrovolanti Vittorio Centurione Scotto, e prende seriamente in considerazione l’ipotesi di divorziare dal marito.
 I due innamorati sono davvero decisi a compiere il grande passo nonostante l’ostracismo delle famiglie (Vittorio è anche marchese, e la famiglia Negretti rifiuta Amalia per timore dello scandalo), della società (siamo negli anni ’20: un divorzio è una tragedia!) e della stessa Marina, che all’epoca controlla che le vite private dei suoi uomini siano ineccepibili; paradossalmente solo il marito tradito e abbandonato di Amalia dimostra comprensione per lei e la lascia libera di decidere.
Purtroppo però nel 1926 il sogno si spezza: Vittorio precipita con l’idrovolante e muore durante un allenamento. E’ probabilmente il dolore più grande della vita di Amalia, che difatti si ammala al punto che i famigliari addirittura temono per la sua vita. Pian piano però ne esce, anche grazie all’aiuto del marito che non l’ha mai abbandonata; per superare il dolore comincia a scrivere la sua storia d’amore, trasferendo sulla carta personaggi e ambienti veri, ma soprattutto i sentimenti e le emozioni provati. Da questo esperimento di scrittura catartica nasce il suo primo romanzo SIGNORSI', che viene pubblicato dalla casa editrice Mondadori nel 1931. Il romanzo in breve ottiene un discreto successo, tant’è vero che la neo scrittrice si conquista subito un ammiratore d’eccezione, Gabriele D’Annunzio, che vuole conoscerla, incuriosito dal fatto che una donna parli nei suoi romanzi con tanta competenza del mondo dell’aviazione e della Marina. E' proprio lui a coniare lo pseudonimo con cui da allora in poi Amalia pubblica i suoi romanzi, Liala: ”perché nel tuo nome ci sia sempre un’ala” così le augura il Vate.
E forse prendendo come di buon auspicio l’ammirazione di un così grande personaggio per la sua opera, da allora la giovane scrittrice pubblica come Liala, divenendo nel tempo la più importante autrice di romanzi rosa in Italia, conosciuta e apprezzata per i valori semplici e tradizionali molto in voga in Italia fino alla fine degli anni ’60 circa, oltre che per uno stile descrittivo elegante e accurato ma che allo stesso tempo si rivolge a un pubblico di donne molto vasto, che comprende anche casalinghe, popolane e in genere quindi facilmente comprensibile, nonostante a volte cada nella verbosità e incappi in facili pregiudizi. Per esempio la donna "libertina" - che spesso è semplicemente la ragazza vivace a cui piace flirtare coi giovanotti, vestire con pantaloni, fumare o nei casi audacissimi andare a vivere da sola, oppure che fa un mestiere scandaloso tipo la soubrette o la ballerina - è quasi sempre destinata a una fine se non brutta (come in LA MERAVIGLIOSA INFEDELE) comunque non lieta o tutt'al più di comodo, mentre l’amore vero e il lieto fine arridono all’eroina dolce e pura; oppure in alcuni romanzi si può notare come i tradimenti da parte dell’uomo vengano considerati solo tradimenti del corpo, che non mettono in pericolo quindi la vita di coppia, mentre quelli della donna sono peccati difficili da perdonare, e l’uomo che lo fa è solo grazie alla sua nobiltà d’animo (caso estremo di questa ultima teoria è IL PECCATO DI GUENDA).
Nonostante ciò Liala è un’autrice che vuol bene ai suoi personaggi,non li giudica e si cura in modo approfondito della loro personalità,mostrandoli al lettore per come sono.
Altra caratteristica per cui va famosa sono gli improbabili e spesso stranissimi nomi dei suoi personaggi, soprattutto donne: Antinisca, Morello, Fulgenzia, Pervinca ecc…
Dopo la tragica fine del suo grande amore e il superamento della conseguente depressione, Liala si riappacificò col marito Pompeo e ricostruì il suo matrimonio, dal quale nacquero le sue figlie Primavera e Serenella, e visse sempre in maniera discreta e normale nonostante la sua fama, ciò secondo le fonti ufficiali ,ma  in realtà pare che  la scrittrice visse dal 1930 al 1948 una grande storia d'amore con il ten. col. pilota Pietro Sordi, eroe del primo conflitto mondiale.
 All’inizio della relazione Pietro Sordi fornì a Liala un forte sostegno morale e materiale e contribuì all’affermazione della scrittrice, il cui successo fu in parte dovuto alla scelta di ambientare i suoi romanzi nel mondo dell’Aeronautica Militare, assai popolare al tempo. Frutto del loro amore e della loro collaborazione, nel 1931 uscì il primo romanzo di Liala, Signorsì. Pietro Sordi fu costretto a congedarsi nel 1932, pur essendo all’epoca uno degli ufficiali piloti più esperti e decorati: non era ammissibile che un ufficiale convivesse con una donna separata. Sul finire degli anni Trenta, Liala, per sposare Pietro Sordi, fece di tutto per ottenere dalla Sacra Rota l’annullamento del matrimonio con il conte Pompeo Cambiasi, ma non riuscì perché il marito risultò irreperibile. Nel 1949 Liala e Pietro Sordi decisero di separarsi perché le figlie della scrittrice non andavano d’accordo con lui. Dall’anno successivo Liala iniziò a indicare come suo ispiratore il marchese Vittorio Centurione Scotto, un noto pilota militare perito tragicamente nel 1926, cinque anni prima che uscisse il suo primo romanzo. Questa versione è entrata nella storia ufficiale, anche se Vittorio Centurione era innamorato e desiderava sposare la contessina Vittoria Guerrieri Mirafiori, cugina del re Vittorio Emanuele III.
La versione ufficiale individua dunque l’ispiratore di Liala in un ricchissimo e nobile ligure, mentre in realtà Pietro Sordi proveniva da una famiglia toscana di estrazione contadina. 
 All'epoca in cui conobbe Liala, egli era uno degli ufficiali piloti in assoluto più decorati ed esperti dell'Aeronautica Militare. Pietro Sordi certamente non ignorava quale serio pericolo comportasse per la sua carriera militare la relazione che aveva avviato con una donna separata: traccie di questo importante problema affiorano anche in alcune opere della scrittrice.
Il rapporto fra Liala e Pietro Sordi fu “coniugale” e non clandestino: tutti, compresi gli editori e fra questi Arnoldo Mondadori, sapevano che accanto a Liala viveva il “marito” Pietro Sordi. Ella firmava con il cognome Sordi anche i contratti di edizione.
Solo conoscendo la vera storia si possono capire alcuni aspetti della produzione letteraria di Liala: perché dopo il 1949 i suoi romanzi non sono più ambientati nel mondo dell’Aeronautica, perché fino a tale data ella indulgesse anche nella descrizione di ambienti non altolocati, perché i protagonisti dei suoi romanzi fossero a volte piloti toscani di origine non nobile, perché in alcune sue novelle chiaramente autobiografiche parla di “mio marito Pietro”, perché Fiaccanuvole nella versione originale del 1936 è dedicato “a Pietro”, e via dicendo.( vedi link :
www.mestice.it/aviatore/)
Nel 1968 si stabilì nella villa chiamata LA CUCCIOLA a Varese, dove continuò la sua attività di scrittrice fino al 1985, quando pubblicò il suo ultimo romanzo FRANTUMI DI ARCOBALENO..
E’ morta nel 1995.

Opere :
Signorsì, Milano-Verona, A. Mondadori, 1931.
Sette corna, Milano-Verona, A. Mondadori, 1934.
L'ora placida, Milano-Verona, A. Mondadori, 1936.
Fiaccanuvole, Milano-Verona, A. Mondadori, 1937.
Buona fortuna. Storia di un cavallo, di un cane e d'un amore, Milano, A. Mondadori, 1938.
Peregrino del ciel, Milano, Sonzogno, 1937.
L'arco nel cielo, Milano, Sonzogno, 1941.
Brigata di ali, Milano, Gloriosa, 1941.
La casa delle lodole, Milano, Sonzogno, 1941.
Farandola di cuori, Milano, Sonzogno, 1941.
Sotto le stelle, Milano, Sonzogno, 1941.
Il tempo dell'aurora
Con l'anima a volo. Novelle,
Dormire e non sognare, Milano-Roma, Rizzoli, 1943.
Donna delizia, Milano, Sonzogno, 1944.
Lalla che torna
Il velo sulla fronte
Il Pianoro delle ginestre, Milano, A. Mondadori, 1944.
Il Sole se tramonta può tornare
I Gelsomini del plenilunio
Ritorna malinconia
Per ritrovare quel bacio
La rosa del fiume
L'azzurro delle vetrate
Non crescono fiori per Abigail
Diario vagabondo
Il Vento inclina le fiammelle
Il peccato di Guenda
Sottovoce o mia Niny
La compagna velata
Melodia dell'antico amore
Quel divino autunno
Le Creature dell'alba
La Più cara sei tu
Amata
Non dimenticare Lietocolle
Good-bye sirena
Di ricordi si muore
Una Notte a Castelguelfo
La Sublime arte di amare
Foglie al vento
Con Beryl, perdutamente
Ombre di fiori sul mio cammino
Frantumi di arcobaleno
Vecchio Smoking
Riaccendi la tua Lampada,Gipsy
Nell'ottobre 2007, è stato pubblicato da Sonzogno Con Beryl, perdutamente, l'ultimo romanzo inedito di Liala. Iniziato negli anni settanta, interrotto a causa della cecità, è stato completato da Mariù Safier, sulla base del racconto che Liala aveva affidato alla figlia, delineandone anche il finale.
Liala rimane, ancora oggi, una delle scrittrici italiane più apprezzate, soprattutto tra il pubblico femminile. Malgrado i suoi racconti appaiano spesso datati e "melensi", è indubbio come abbia saputo coltivare la fantasia di più di una generazione di donne. I suoi libri hanno venduto più di dieci milioni di copie solo in Italia


 un articolo dal quotidiano online di Varese  " La Provincia di Varese ":

"Liala , dalla serie B all'università "

Qual è il segreto dell'immortalità letteraria? Amalia Liana Cambiasi Negretti Odescalchi, in arte Liala per geniale intuizione dannunziana, se l'è portato con sé, morendo novantottenne, il 15 aprile del 1995, nella villa "la Cucciola" di Varese, fatta costruire con i soldi dei diritti d'autore (era nata sul lago di Como, a Carate Lario, poi Carate Urio, nel 1897, ndr).
In una vecchia intervista televisiva - a occhio della fine dei Sessanta e riversata su You Tube - con una troupe Rai arrivata in forze sul Montello per riprendere la scrittrice nella veranda di casa, è la stessa Liala a svelarlo in parte: «Consiste nell'aver sempre capito le mie lettrici e i loro problemi», rivela sorridendo con la voce fresca di una trentenne. «Ho tanto amato e tanto sofferto per amore, e quando sono guarita di queste ferite ho trovato modo di insegnare agli altri a guarire». Sarà, ma intanto il "mal d'amore" le ha fatto vendere in Italia oltre dieci milioni di copie dei suoi ottanta romanzi, perfino l'ultimo, Con Beryl, perdutamente, pubblicato postumo nel 2007 e terminato dalla giornalista Mariù Safier, è stato in testa alle classifiche di vendita in parecchie librerie.
Per approfondire le ragioni di un successo che il tempo non sembra scalfire, il Dipartimento di Filologia moderna dell'Università Statale di Milano ha organizzato, martedì alla sala Napoleonica di palazzo Greppi, un convegno dal titolo Liala è ancora viva? coordinato da Carlo Lacaita e Vittorio Spinazzola, con interventi di noti studiosi, tra cui: Ada Gigli Marchetti («Liala e il mondo editoriale: una vita tra sogno e realtà»), Arturo Carlo Quintavalle («Le strutture narrative»), Enzo Laforgia («Suggestioni esotiche»), Bruno Pischedda («Signorsì!: Liala, Mondadori e il romanzo rosa-aviatorio») e Cesare De Michelis («Liala che torna: la parola all'editore»).
Proprio da Signorsì, ispirato dal suo amore per Pietro Sordi, aviatore pluridecorato e pubblicato quasi per scommessa da Arnoldo Mondadori nel 1931, incominciò l'inarrestabile ascesa di Liala, con il libro esaurito in venti giorni e la popolarità arrivata da un giorno all'altro e sempre cresciuta, fino a culminare, dal 1946 in poi, nell'uscita della rivista Confidenze di Liala, un giornale fatto su misura con "lezioni di vita" e di stile per ragazze e signore. «Mia madre amava il suo pubblico e ne era ricambiata, era come se le lettrici la vedessero alla macchina per scrivere, si identificavano con lei. Altro che "casalinghe frustrate e manicure senza orizzonti", come ebbe a scrivere Camilla Cederna, chi acquista i libri di Liala non ha certo la zucca vuota come quella di Halloween», dice la figlia Primavera Cambiasi, 87 anni e la stessa verve della mamma.
Il «sortilegio che incatena il pubblico femminile», come recita il sottotitolo del convegno, è fatto di poche cose: una storia ben sceneggiata, protagonisti tratteggiati senza inutili fronzoli, ambienti alto borghesi e aristocratici e, naturalmente, piloti e aeroplani, anzi velivoli, per mantenere il lessico del Vate.
«Quello di Liala è un meccanismo narrativo che funziona come un orologio, la prosa è fresca e attuale», spiega Enzo Laforgia, storico, insegnante al liceo classico «Ernesto Cairoli» di Varese e tra i relatori del convegno milanese. «Le sue sono strutture lineari che si sviluppano in un mondo talmente lontano dal nostro da condurre chi legge quasi in una dimensione onirica. Non pensiamo però a una scrittrice asessuata o per educande: c'è in ogni romanzo una vena erotica e sensuale anche cospicua, un'attenzione particolare, per esempio, all'universo olfattivo, con vere e proprie "lezioni" sull'uso dei profumi e il loro effetto variabile da pelle a pelle». I libri di Liala - all'apice della fama ne scriveva tre all'anno - considerati letteratura di consumo, sono stati ristampati in ogni tipo di edizione, compresa quella per le edicole, ma i primi, ormai introvabili (anche su Maremagnum, il motore di ricerca dei librai antiquari d'Italia, non compare nemmeno una copia della prima edizione di Signorsì) sono oggetto di culto da parte dei collezionisti, come del resto quelli della sua "rivale" Mura, morta tragicamente, per ironia della sorte, proprio in un disastro aereo.
«Leggendo i libri di Liala ho trovato, nei meccanismi narrativi, una certa affinità con quelli di Salgari: descrizioni asciutte, trama essenziale, dialoghi serrati, e sempre un sotterraneo profumo di peccato», afferma Laforgia. «Per azzardare un altro paragone, certe volte mi ricordano i romanzi borghesi di Giovanni Verga. La scrittrice indugia parecchio nelle descrizioni di ambienti sfarzosi, i suoi personaggi frequentano spesso il teatro e commentano gli spettacoli, ma non mancano splendidi affreschi di paesaggio, soprattutto quello amato dei laghi di Varese e Maggiore». In attesa del primo e-book di Liala - ma il catalogo Sonzogno conta tuttora oltre cinquanta suoi titoli - le sue "passioni infocate", come le definì Anna Banti, continuano a far sognare lettrici di ogni età, che vivono, assieme alle protagoniste un interminabile e colorato sogno che non muore all'alba.
 di Mario Chiodetti

mercoledì 8 febbraio 2012

QUANDO LEGGERE FA ....INNAMORARE



"Che senso avrebbe la mia esistenza , se io fossi contenuta tutta qui?
I miei più grandi dolori a questo mondo , sono stati i dolori di  Heathcliff;
io li ho scrutati, e sentiti tutti, uno per uno, sin dal principio : nella mia vita
il più grande pensiero è lui.
Se tutti gli altri perissero e lui restasse anch'io continuerei ad esistere ; e se
tutti gli altri  restassero e lui fosse annichilito, l'universo mi sarebbe completamente
estraneo, non mi sembrerebbe di farne parte.
Il mio amore per Linton è come fogliame del bosco:il tempo lo muterà , ne sono sicura
come l'inverno cambia le chiome degli alberi.
Il mio amore per Heathcliff rassomiglia alle rocce eterne sotto la terra : una sorgente che da'
poca gioia visibile , ma necessaria....
' Nelly , io sono Heathcliff! ' Egli è sempre , sempre nella mia mente : non come gioia , come
io non sono sempre gioia per me stessa, ma come io mio stesso essere.
Quindi  non parlare della nostra separazione : è innatuabile e poi ...

  da " Cime Tempestose" di E.Bronte


..è vano dire che gli esseri umani dovrebbero accontentarsi della quete; gli uomini
hanno bisogno dell'azione , e se non la trovano , la creano.


...qui con te fino al mattino , Jane 'Anch'io , pensai' .
 E forse lo avrei detto ma un lampo livido e accecante guizzò fuori da una nube , seguito da uno schianto, un fragore , e rimbombò vicinissimo al tuono; pensai solo a nascondere gli occhi abbagliati
contro la spalla del signor Rochester .
La pioggia scrosciò improvvisa.
Egli mi spinse in fretta lungo il viale, attraverso il parco, fino a casa;ma eravamo già inzuppati prima di raggiungere la soglia.
Mentre mi stavo togliendo lo scialle e scuotendo l'acqua dai capelli scarmigliati ,la signora Fairfax uscì dal suo salottino.
Dapprima non la vidi nè la vide il signor Rochester .
La lampada era accesa.
Il pendolo suonò mezzanotte.
'Affrettati  a toglierti gli abiti bagnati,' mi disse lui, ma prima che tu vada ,buona notte.... buona notte, mia cara. Mi baciò più volte.
 
da ''Jane Eyre '' di c. Bronte





Londra 1867

'' Sposare te , folletto?'' Wolfe Lonetree scoppiò a ridere forte mentre la faceva volteggiare nella danza. '' Non essere ridicola.Che cosa avrebbe mai da spartire un cacciatore di mustang mezzosangue con 'un aristocratica inglese?
''Sono scozzese , non inglese'' , ribattè automaticamente Jessica Charteris. 




 Ora ,vorrai ammettere quello che io ho sempre saputo? domandò silenziosamente WOLFE a sua moglie priva di conoscenza.Non sei il tipo di donna che può sopravvivere nel West e ancor meno allevarci dei figli.Sei una creatura di merletto e chiaro di luna, un'aristocratica che non avrebbe mai dovuto faticare in vita sua.Tu hai bisogno di un marito ricco e nobile che ti possa avvolgere in sete e velluti e tener lontana da ogni pericolo.
Io non sono quell'uomo e non lo sarò mai .Non posso cambiare come tu non puoi diventare una donna come Willow.
Posso solo cercare di mantenerti in vita finchè la tua cocciutaggine non cederà di fronte alla verità.


''Wolfe'', sbisbigliò lei con una voce roca allungando la mano verso di lui.
''Wolfe' ,tu sei il solo di cui io mi sia mai fidata.
Per favore ,non abbandonarmi al vento.
Mi ruberà la mente esattamente come ha rubato la sua''
il tremore freddo della mano di Jessica sopra al suo braccio colpì Wolfe quanto le parole di lei.
è solo un temporale ,disse rudemente.
''N o'',sussurrò Jessica . '' Le ha portato via l'anima .Non la senti gridare ?Ascolta. è il grido di una donna dannata''.......




Insieme seguirono ruscelli che non avevano nome lungo i fianchi delle montagne, salendo così in alto che gli angeli cantavano in silenzio appena prima che la luna salisse in cielo.
Insieme bevvero l'acqua dei laghi blu come gli occhi di Wolfe e si addormentarono l'uno nelle braccia dell'altra, svegliandosi per trovare i pioppi in fiamme con il primo bacio dell'inverno.
Infine seguirono il sorgere del sole fino alla catena del San Juan.
A un'ora scarsa di cavallo dalla casa di Willow e Caleb, Wolfe e Jessica costruirono la loro dimora lungo le acque chiare del Columbine .
Là Wolfe  parlava ai mustang e Jessica dava la caccia agli arcobaleni viventi nelle pozze profonde del fiume.
Là , sotto un cielo profondo e selvaggio come il loro amore,crearono la nuova vita laddove non ce n'era mai stata prima di allora, ragazzi con la forza fluida di Wolfe e ragazze con il fuoco e la risata argentina di Jessica.
Nella pace e nelle burrasche della loro vita, Jessica fu il sole nel cielo di Wolfe, che portò luce e vita ad Albero solitario.

da " Un amico per marito " di Elizabeth Lowell

lunedì 6 febbraio 2012

INEDITO del LUNEDì : NON è mai troppo tardi (2a parte)



Cari Lettori
è passata un'altra giornata , oggi a Milano nevica , e come al solito fa freddo , ormai  sono acclimatata , ma cinquant'anni fa, quando mi sono trasferita dalla Sicilia , mi sembrava
d' impazzire. Ero abitata al sole , e alle alte temperature , mi mancavano i prati in fiore , i profumati alberi di aranci e limoni, ma soprattutto non avevo un guardaroba adeguato : a Licata a Novembre si poteva girare con un giacchetto, invece a Milano mi sentivo un surgelato, ma poi col passare del tempo , ho apprezzato le grandi qualità di questa città , anche la temperatura , per non parlare della nebbia, che adesso adoro , mi piace camminare tra essa e pensare di essere in un mondo tutto mio oppure tra le nuvole.
Ma non vi voglio annoiare con le mie preferenze sul clima , piuttosto andrei avanti col racconto...

Come vi ho già detto , l'unica persona che credeva in me , mia nonna Adelaide , era morta di polmonite ,potete immaginare , che brutto periodo fu per me : non smisi di studiare , ma non avendo soldi dovevo usare sempre gli stessi libri, e ciò non mi permise di fare altri miglioramenti , la mia vita andò avanti così noiosa e priva di ispirazioni . Mi occupavo dei miei fratelli e delle faccende domestiche , non uscivo di casa ,e mentre le ragazze della mia età avevano un moroso ,io non avevo neppure un amico.
I miei fratelli ,anche se più giovani,  uscivano e frequentavano i loro coetanei, e mai gli veniva in mente d'invitarmi : non voglio fare la vittima , anzi , penso che se avessi avuto anche l'occasione di uscire , non sarei andata ugualmente  . Mi ero adeguata alla mia vita e non avevo alcun stimolo per cambiare , per non parlare che ero alquanto bruttina , a confronto dei miei fratelli , che non erano certo dei modelli , ma avevano presenza : alti, ben piantati  , con una capigliatura nera e folta . Io , purtroppo , avevo preso dalla nonna paterna :bassa , chiatta e scura; cercherò di descrivermi meglio : arrivo appena al metro e sessantadue, all'epoca sembravo ancora più piccola , perchè ero assai formosa , una quinta di reggiseno e fianchi ben arrotondati.Il mio viso , a mio parere , non del tutto inespressivo, era un'ovale perfetto , con due grandi occhi marroni , che trovavo essere la parte più bella di me. Il naso nè grosso , nè piccolo , le labbra troppo carnose per i miei gusti , ma col tempo ho capito che erano apprezzate dai ragazzi . I capelli   ,non so come valutarli  , non erano brutti , del resto avevamo tutti noi , ereditato il colore  e la consistenza da nostro padre , ma mentre quelli dei miei fratelli stavano al loro posto , i miei erano ribelli , non parevano avere pace , sempre in movimento davanti agli occhi : è proprio vero il detto che ogni riccio è un capriccio.Così mia madre , stufa di vedermeli davanti alla faccia , me li legava in una stretta coda di cavallo , che non mi donava , proprio per niente .

Vi chiederete come sono capitata a vivere a Milano , tutto ebbe inizio il giorno del mio ventesimo compleanno:

Ricordo come fosse ieri , era un martedì , e di solito se i compleanni capitavano in giorni settimanali non venivano festeggiati , ma questa volta fu diverso : mio padre era al settimo cielo e non mi aveva fatto sbrigare le solite faccende di casa , ero assai preoccupata per questo , non mi ero mai astenuta dalle mie mansioni , questo voleva dire che qualcosa di grosso stava per accadere .
Cosa ancora più strana , mi aveva fatto anticipare il bagno della domenica , e non facendomi usare il solito sapone grezzo , ma quello speciale...profumato alla lavanda ,che la mamma usava in rare occasioni ; inoltre mi era stato detto di indossare il vestito buono , che non era molto bello ,ma almeno non aveva rammendi. Ero sempre felice d'indossarlo , perchè era del mio colore preferito : il celeste .Mentre mi preparavo nella mia stanza , mia madre decise di lasciarmi i capelli sciolti , trattenuti con un cerchietto , che conservava da anni con tanta avidità : bianco con tante roselline rosa ,  ricevuto in dono da sua mamma per il suo matrimonio.
Tutto ciò era alquanto strano e cominciava a turbarmi , così mentre lei mi sistemava i capelli , trovai il coraggio di chiedere cosa stesse succedendo e la sua risposta non mi piacque.....
                            Era l'ora di Sposarsi e mio padre aveva scelto il giusto marito per me .

Siete curiosi di sapere che tipo d'uomo aveva riputato giusto per sua figlia?
Se lo siete dovrete aspettare il prossimo lunedì ....spero di ritrovarvi per il continuo ...
                                                                 sempre vostra Rosa