Il romanzo “rosa” è un genere letterario , che narra vicende amorose e passionali, in genere a lieto fine ; Il romanzo rosa , inizialmente , assume la struttura tipica del feuilleton ( romanzo popolare , che abbina la letteratura al giornalismo ,largamente diffuso nella seconda metà dell'Ottocento ,storie di tipo consolatorio e compensatorio, imperniate sulla dicotomia buoni/cattivi, e situate in ambientati degradati e squallidi. Maestro del genere è Octave Feuillet ,1821-1890, con Il romanzo di un giovane povero.) , dove la coppia in antitesi è sempre quella lui/lei e dove la risoluzione finale del conflitto non si ottiene con la morte di uno dei due, bensì con la riconciliazione che origina il lieto fine. Perchè se il feuilleton poteva originare finali caratterizzati da catastrofi (fisiche, morali, esistenziali), il romanzo rosa ha sempre un lieto fine.
Tanto per eliminare un poco di confusione di termini, il romanzo rosa è tuttora denominato feuilleton (e pazienza se si perde la differenza) oppure romanzo d'appendice poichè usava pubblicarlo a puntate in appendice a giornali e riviste, e a seconda del gradimento dei lettori veniva in seguito pubblicato in volume.
La nascita del romanzo rosa non è ovviamente definibile con una data precisa, non essendo precisi i confini del genere, anche perchè gli autori di fine secolo XIX - pur considerati di alta letteratura - possono cimentarsi nel feuilleton (un esempio per tutti, Le lys rouge di Anatole France), così come autori di romanzi popolari possono scivolare senza accorgersene nel rosa (ed è il caso di George Ohnet, soprattutto nel titolo che lo ha reso immortale, Le Maître de forges).
Se alcuni sostengono che la patria del genere sia la Francia , dove ai primi del Novecento, Delly (pseudonimo dei fratelli Jeanne-Marie 1875-1947 e Frédéric Petitjean de la Rosière 1876-1949,pubblicato in Italia nella collana “le signorine della Salani” ),lo porta alle supreme vette della semplificazione, che si limita allo schema innamoramento/conflitto/sposalizio spesso privo di contorno.
Altri ritengono che sia la Gran Bretagna con il romance, o romanzo romantico: solitamente ambientato nel periodo della Reggenza, ha per protagonisti aristocratici, duchi e principesse, uomini affascinanti, coraggiosi, impulsivi, e donne bellissime, virtuose e fiere. A comporre la storia d'amore concorrono elementi tipici del romanzo d'avventura (rapimenti e congiure, fughe notturne, duelli) e della commedia degli equivoci (tradimenti, agnizioni, intrighi). Ne sono progenitrici Georgette Heyer (1902-74) e Constance Heaven (1913) - quest'ultima più incline al melodramma e al mistero - che si sono ispirate ai modelli di Jane Austen, per quanto riguarda gli intrecci e l'analisi dei rapporti tra valori sociali e valori personali, e al romanzo gotico quanto riguarda l'ambientazione e i personaggi: castelli, monasteri, abbazie in rovina, fanciulle perseguita fattucchiere, zingari.
A consacrare definitivamente la letteratura rosa è stata Barbara Cartland (1901-2000), che ne ha codificato lo schema «vincente»: un uomo - bello, ricco, di nobile lignaggio - e una donna - bellissima, vergine e di grande forza d'animo - si amano; il loro amore è romantico e appassionato, ma non vi è sesso (valore principe dei romanzi della Cartland, infatti, è la castità prematrimoniale); fattori esterni - guerra, malattie, disgrazie, differenza di ceto sociale - mettono a repentaglio il sentimento che li unisce, il quale alla fine trionfa su ogni ostacolo e i due convolano felicemente a nozze. Con i suoi oltre settecento libri la Cartland ha valicato i confini inglesi cogliendo un successo senza precedenti e diffondendo la l.r. in tutto il mondo.
Tra le autrici italiane, la regina incontrastata del rosa è indubbiamente Liala (pseudonimo di Amalia Liana Cambiasi Negretti Odescalchi 1897-1995, il cui nome d’arte fu coniato per lei da Gabriele D’Annunzio), autrice di oltre ottanta romanzi che hanno venduto milioni di copie. La sua particolarità è l'ambientazione: il mondo della marina o dell'aviazione, durante la prima guerra mondiale. Ricordiamo anche JOLANDA (1864 - 1917), Anna Vertua GENTILE(1845 - 1926),Annie Vivanti (1868-1942), Clarice Tartufari(1868-1933), Maura (Maria Volpi 1892-1940) , che divennero conosciute grazie a case editrici cone la Sonzogno e la Salani che negli anni trenta pubblicarono delle Collane dedicate al genere come ad esempio La Biblioteca delle Signorine (Salani), conosciuti anche come i Romanzi della Rosa , dal logo impresso sulla copertina in tela rosa , che li distingue, oppure la biblioteca romantica economica (Sonzogno) .
Ma è negli anni '70-'80 che avviene il boom del genere :nel 1981 nasce Harmony, joint venture tra la Arnoldo Mondadori Editore e la Harlequin Enterprises, sul cui modello si costruisce. Oggi la Harmony conta venti collane, all'interno delle quali i libri escono con una periodicità che varia dal bisettimanale al bimestrale. Negli ultimi anni una nuova impronta al genere è stata data da altri editori: tra le firme più significative delle nuove tendenze Sveva Casati Modignani - pseudonimo di Bice Cairati e Nullo Cantaroni (quest'ultimo venuto a mancare nel 2004), autori di sedici romanzi di grande successo commerciale - e Mara Venturi, che ha iniziato a scrivere dietro suggerimento di Italo Calvino ed è stata definita da Alberto Bevilacqua la «Sandokan dei sentimenti»; oltre che di molti romanzi vendutissimi è autrice anche di serie televisive e di sceneggiati.
Negli Stati Uniti il genere diventa rapidamente un business, tanto che negli anni '50 nasce la prima casa editrice specializzata, la Harlequin, che si avvia rapidamente a conquistare il monopolio del mercato. Il romanzo rosa americano presenta subito caratteristiche diverse dal romance inglese. Rimane ovviamente fisso il canovaccio narrativo, ma l'ambientazione è spesso contemporanea e le protagoniste femminili non sono più donne idealizzate, «senza macchia e senza paura», ma eroine a volte ciniche e spregiudicate, che cercano l'emancipazione, il riscatto e l'affermazione di sé attraverso l'amore. Negli anni '70-'80 nascono i cosiddetti bodice rippers (letteralmente «strappa corsetti», attività prediletta dei loro protagonisti maschili); con Rosemary Rogers e Jennifer Wilde per la prima volta l'erotismo entra nella l.r. e i protagonisti hanno una significativa mutazione: lui è un uomo maturo, lei una giovane donna intraprendente. Una decina di anni dopo - complice la rapida espansione di Harlequin e l'affinamento delle sue strategie editoriali - il genere compie un'altra «svolta» rilevante: pur rimanendo fedele alla formula di base con l'happy end assicurato, introduce temi più «realistici» come il divorzio, gli abusi, le famiglie allargate, la carriera. La fine dell'astratto «sogno d'amore» e l'acquisizione di un più stretto legame con il vissuto spingono la l.r. fuori dai suoi stretti confini, a cercare contesti e registri narrativi nuovi, spesso ibridandosi con altri generi letterari come il thriller, la commedia, il romanzo storico, d'avventura, esoterico e altri.
Attualmente Harlequin pubblica circa settanta romanzi rosa al mese, diversificati in «serie» secondo il genere: si tratta di libri a foliazione ridotta, prezzo contenuto, con uscita fissa più volte al mese. Oltre a questi vi sono anche romanzi più lunghi, non facenti parte di alcuna collana, detti single title. Campionessa di vendite del momento è Nora Roberts, ma viene spesso insidiata da Daniele Steel, Barbara Taylor Bradford, Jackie Collins e altre, autrici di romanzi che sconfinano verso la cosiddetta women's fiction, ossia narrativa rivolta a un pubblico femminile, che non racconta necessariamente una storia d'amore, non segue uno schema fisso e presenta solitamente una caratterizzazione più approfondita e vicende più articolate, dando quindi luogo anche a libri più «corposi» dei classici rosa.
Nell'ultimo decennio è esploso il fenomeno, di matrice anglosassone, della chick-lit - letteralmente «letteratura per pollastrelle» (da chick, diminutivo di chicken, «pollo», ma nello slang «ragazza», e lit diminutivo di literature) - che ha preso avvio da una rubrica firmata dalla giornalista inglese Helen Fielding sulle pagine dell'«Indipendent»: «Il diario di Bridget Jones», diventata poi, con lo stesso titolo, un libro (1996) e infine un film (2001) di successo mondiale. Gli ingredienti della chick-lit sono: una giovane protagonista single, afflitta da qualche chilo di troppo o da altre «imperfezioni», perennemente insicura, romantica e un po' goffa; una verve ironica e scanzonata; la caparbia ricerca dell'uomo ideale; Mieto fine, che non è l'altare, ma molto più spesso un'autoaffermazione della donna, che acquista finalmente fiducia in sé. Oltre a Helen Fielding, sono autrici di chick-lit Sophie Kinsella, Jennifer Weiner, Candace Bushnell, Melissa Bank e Anna Maxted. In Italia ha successo, in questo filone, Stefania Bertola.
Il dilagare del fenomeno ha indotto Harmony a lanciare «Red Dress Ink», una collana interamente dedicata alla chick-lit. Il successo internazionale di questo tipo di narrativa - che per le sue caratteristiche è considerata più vicina alla women's fiction che alla l.r. - è da ascrivere alla sua capacità di restituire il senso d'incertezza e precarietà che caratterizza la generazione delle «quasi trentenni» e alla sua peculiare «ricetta» per la felicità. Diretta emanazione della chick-lit è, infine, la neonata mummy lit, ovvero: Bridget Jones dieci anni dopo... non più «pollastrella» bensì mamma. Anche nella mummy lit l'happy end è la ritrovata fiducia in sé, attraverso la consapevolezza... degli anni passati.(www.parados.it)
DELLYpseudomino di Jeanne Henriette Marie Petitjean de la Rosiere (1875-1947) e del fratello Frédérick (1876-1949)
romanzo di Delly è il romanzo rosa per antonomasia.
Si potrebbe dire un nome una garanzia.
Nel vasto panorama della letteratura popolare sentimentale che va da metà
Ottocento alla Seconda Guerra Mondiale, non escludendo gli epigoni contemporanei,
Delly è sicuramente il più noto e il più amato degli autori del
genre.
Nulla togliendo ad altri autori famosi, come Octave Feuillet e Carolina Invernizio artefici del
feuilleton tragico ottocentesco, oppure alle inglesi Elynor Glyn e Barbara Cartland, che inseriscono quel tocco particolare di morbosità, oppure alle ben note tedesche Elisabeth Werner e Hedwig Courths-Mahler, regine incontrastate della felicità borghese, Delly riesce a superare tutti per l'irresistibile
leggerezza delle trame, per l'assurdità dei dialoghi, per l'efferatezza
del personaggio cattivo opposta alla luminosità dell'eroina.
Delly riesce a farci sognare.
Tutte, almeno una volta, ci siamo immedesimate in una qualche
eroina di Delly, sognando di essere prese tra le braccia da quel sublime
bruto che nonostante tutto ci fa così soavemente palpitare. E
che dire dell'eroina?, sempre uguale a se stessa, sempre bellissima, poverissima,
buonissima. E aggiungiamo: castissima, ignorantissima in materia d'amore
e anche di sesso. A dire il vero ci pare normale che a fine Ottocento
una signorina come Marie Delly, che vive ritirata in casa propria senza
mai metterne fuori il naso, ignori certi fatti della vita, se è
vero che in
Fiori del chiostro, fiori del focolare l'eroina, che
ha dei dissapori col marito e quindi ne sta alla larga, rimanga poi incinta
... ma proprio in questo risiede il fascino straordinario di questi romanzi
che di romanzesco non hanno nulla ma di fiabesco tanto, e che ci lasciano
sognare di un mondo diverso, irreale, dove tutto finisce bene. Sostanzialmente
è questo il motivo per cui si leggono i romanzi rosa: per evadere
dalla dura realtà del mondo in cui viviamo e passare due ore felicemente
immersi tra le nuvole. E siccome tutte le nuvole hanno delle sfumature
di colore diverso, quelle originate da Delly sono incontrovertibilmente
rosa.
LIALA
Amalia Liana Cambiasi Negretti Odescalchi nasce a Carate Lario il 4 marzo 1897 da una famiglia colta e benestante,che vanta tra i suoi antenati Felice Romani, librettista di Vincenzo Bellini.
La giovane Amalia compie gli studi che all’epoca si addicono a una giovane donna del suo rango, studiando al liceo classico, poi giovanissima sposa il marchese Pompeo Cambiasi, più anziano di lei di molti anni e Ufficiale della Marina.
Grazie a questo matrimonio viene introdotta negli ambienti della Marina, che faranno da sfondo a quasi tutti i suoi romanzi. La futura scrittrice si fa conoscere anche per le sue stravaganze ( per l’epoca ovviamente), infatti guida da sola l’auto rifiutando l’autista, indossa spesso pantaloni…insomma tutte cose insolite per le donne dell’epoca, anche se grazie ad alcune pioniere questi comportamenti stanno iniziando a vedersi in giro.
Ma il suo anticonformismo diventa evidentissimo quando si innamora, ricambiata, del pilota d’idrovolanti Vittorio Centurione Scotto, e prende seriamente in considerazione l’ipotesi di divorziare dal marito.
I due innamorati sono davvero decisi a compiere il grande passo nonostante l’ostracismo delle famiglie (Vittorio è anche marchese, e la famiglia Negretti rifiuta Amalia per timore dello scandalo), della società (siamo negli anni ’20: un divorzio è una tragedia!) e della stessa Marina, che all’epoca controlla che le vite private dei suoi uomini siano ineccepibili; paradossalmente solo il marito tradito e abbandonato di Amalia dimostra comprensione per lei e la lascia libera di decidere.
Purtroppo però nel 1926 il sogno si spezza: Vittorio precipita con l’idrovolante e muore durante un allenamento. E’ probabilmente il dolore più grande della vita di Amalia, che difatti si ammala al punto che i famigliari addirittura temono per la sua vita. Pian piano però ne esce, anche grazie all’aiuto del marito che non l’ha mai abbandonata; per superare il dolore comincia a scrivere la sua storia d’amore, trasferendo sulla carta personaggi e ambienti veri, ma soprattutto i sentimenti e le emozioni provati. Da questo esperimento di scrittura catartica nasce il suo primo romanzo SIGNORSI', che viene pubblicato dalla casa editrice Mondadori nel 1931. Il romanzo in breve ottiene un discreto successo, tant’è vero che la neo scrittrice si conquista subito un ammiratore d’eccezione, Gabriele D’Annunzio, che vuole conoscerla, incuriosito dal fatto che una donna parli nei suoi romanzi con tanta competenza del mondo dell’aviazione e della Marina. E' proprio lui a coniare lo pseudonimo con cui da allora in poi Amalia pubblica i suoi romanzi, Liala: ”perché nel tuo nome ci sia sempre un’ala” così le augura il Vate.
E forse prendendo come di buon auspicio l’ammirazione di un così grande personaggio per la sua opera, da allora la giovane scrittrice pubblica come Liala, divenendo nel tempo la più importante autrice di romanzi rosa in Italia, conosciuta e apprezzata per i valori semplici e tradizionali molto in voga in Italia fino alla fine degli anni ’60 circa, oltre che per uno stile descrittivo elegante e accurato ma che allo stesso tempo si rivolge a un pubblico di donne molto vasto, che comprende anche casalinghe, popolane e in genere quindi facilmente comprensibile, nonostante a volte cada nella verbosità e incappi in facili pregiudizi. Per esempio la donna "libertina" - che spesso è semplicemente la ragazza vivace a cui piace flirtare coi giovanotti, vestire con pantaloni, fumare o nei casi audacissimi andare a vivere da sola, oppure che fa un mestiere scandaloso tipo la soubrette o la ballerina - è quasi sempre destinata a una fine se non brutta (come in LA MERAVIGLIOSA INFEDELE) comunque non lieta o tutt'al più di comodo, mentre l’amore vero e il lieto fine arridono all’eroina dolce e pura; oppure in alcuni romanzi si può notare come i tradimenti da parte dell’uomo vengano considerati solo tradimenti del corpo, che non mettono in pericolo quindi la vita di coppia, mentre quelli della donna sono peccati difficili da perdonare, e l’uomo che lo fa è solo grazie alla sua nobiltà d’animo (caso estremo di questa ultima teoria è IL PECCATO DI GUENDA).
Nonostante ciò Liala è un’autrice che vuol bene ai suoi personaggi,non li giudica e si cura in modo approfondito della loro personalità,mostrandoli al lettore per come sono.
Altra caratteristica per cui va famosa sono gli improbabili e spesso stranissimi nomi dei suoi personaggi, soprattutto donne: Antinisca, Morello, Fulgenzia, Pervinca ecc…
Dopo la tragica fine del suo grande amore e il superamento della conseguente depressione, Liala si riappacificò col marito Pompeo e ricostruì il suo matrimonio, dal quale nacquero le sue figlie Primavera e Serenella, e visse sempre in maniera discreta e normale nonostante la sua fama, ciò secondo le fonti ufficiali ,ma in realtà pare che la scrittrice visse dal 1930 al 1948 una grande storia d'amore con il ten. col. pilota Pietro Sordi, eroe del primo conflitto mondiale.
All’inizio della relazione Pietro Sordi fornì a Liala un forte sostegno morale e materiale e contribuì all’affermazione della scrittrice, il cui successo fu in parte dovuto alla scelta di ambientare i suoi romanzi nel mondo dell’Aeronautica Militare, assai popolare al tempo. Frutto del loro amore e della loro collaborazione, nel 1931 uscì il primo romanzo di Liala, Signorsì. Pietro Sordi fu costretto a congedarsi nel 1932, pur essendo all’epoca uno degli ufficiali piloti più esperti e decorati: non era ammissibile che un ufficiale convivesse con una donna separata. Sul finire degli anni Trenta, Liala, per sposare Pietro Sordi, fece di tutto per ottenere dalla Sacra Rota l’annullamento del matrimonio con il conte Pompeo Cambiasi, ma non riuscì perché il marito risultò irreperibile. Nel 1949 Liala e Pietro Sordi decisero di separarsi perché le figlie della scrittrice non andavano d’accordo con lui. Dall’anno successivo Liala iniziò a indicare come suo ispiratore il marchese Vittorio Centurione Scotto, un noto pilota militare perito tragicamente nel 1926, cinque anni prima che uscisse il suo primo romanzo. Questa versione è entrata nella storia ufficiale, anche se Vittorio Centurione era innamorato e desiderava sposare la contessina Vittoria Guerrieri Mirafiori, cugina del re Vittorio Emanuele III.
La versione ufficiale individua dunque l’ispiratore di Liala in un ricchissimo e nobile ligure, mentre in realtà Pietro Sordi proveniva da una famiglia toscana di estrazione contadina.
All'epoca in cui conobbe Liala, egli era uno degli ufficiali piloti in assoluto più decorati ed esperti dell'Aeronautica Militare. Pietro Sordi certamente non ignorava quale serio pericolo comportasse per la sua carriera militare la relazione che aveva avviato con una donna separata: traccie di questo importante problema affiorano anche in alcune opere della scrittrice.
Il rapporto fra Liala e Pietro Sordi fu “coniugale” e non clandestino: tutti, compresi gli editori e fra questi Arnoldo Mondadori, sapevano che accanto a Liala viveva il “marito” Pietro Sordi. Ella firmava con il cognome Sordi anche i contratti di edizione.
Solo conoscendo la vera storia si possono capire alcuni aspetti della produzione letteraria di Liala: perché dopo il 1949 i suoi romanzi non sono più ambientati nel mondo dell’Aeronautica, perché fino a tale data ella indulgesse anche nella descrizione di ambienti non altolocati, perché i protagonisti dei suoi romanzi fossero a volte piloti toscani di origine non nobile, perché in alcune sue novelle chiaramente autobiografiche parla di “mio marito Pietro”, perché Fiaccanuvole nella versione originale del 1936 è dedicato “a Pietro”, e via dicendo.( vedi link : www.mestice.it/aviatore/)
Nel 1968 si stabilì nella villa chiamata LA CUCCIOLA a Varese, dove continuò la sua attività di scrittrice fino al 1985, quando pubblicò il suo ultimo romanzo FRANTUMI DI ARCOBALENO..
E’ morta nel 1995.
Opere :
Signorsì, Milano-Verona, A. Mondadori, 1931.
Sette corna, Milano-Verona, A. Mondadori, 1934.
L'ora placida, Milano-Verona, A. Mondadori, 1936.
Fiaccanuvole, Milano-Verona, A. Mondadori, 1937.
Buona fortuna. Storia di un cavallo, di un cane e d'un amore, Milano, A. Mondadori, 1938.
Peregrino del ciel, Milano, Sonzogno, 1937.
L'arco nel cielo, Milano, Sonzogno, 1941.
Brigata di ali, Milano, Gloriosa, 1941.
La casa delle lodole, Milano, Sonzogno, 1941.
Farandola di cuori, Milano, Sonzogno, 1941.
Sotto le stelle, Milano, Sonzogno, 1941.
Il tempo dell'aurora
Con l'anima a volo. Novelle,
Dormire e non sognare, Milano-Roma, Rizzoli, 1943.
Donna delizia, Milano, Sonzogno, 1944.
Lalla che torna
Il velo sulla fronte
Il Pianoro delle ginestre, Milano, A. Mondadori, 1944.
Il Sole se tramonta può tornare
I Gelsomini del plenilunio
Ritorna malinconia
Per ritrovare quel bacio
La rosa del fiume
L'azzurro delle vetrate
Non crescono fiori per Abigail
Diario vagabondo
Il Vento inclina le fiammelle
Il peccato di Guenda
Sottovoce o mia Niny
La compagna velata
Melodia dell'antico amore
Quel divino autunno
Le Creature dell'alba
La Più cara sei tu
Amata
Non dimenticare Lietocolle
Good-bye sirena
Di ricordi si muore
Una Notte a Castelguelfo
La Sublime arte di amare
Foglie al vento
Con Beryl, perdutamente
Ombre di fiori sul mio cammino
Frantumi di arcobaleno
Vecchio Smoking
Riaccendi la tua Lampada,Gipsy
Nell'ottobre 2007, è stato pubblicato da Sonzogno Con Beryl, perdutamente, l'ultimo romanzo inedito di Liala. Iniziato negli anni settanta, interrotto a causa della cecità, è stato completato da Mariù Safier, sulla base del racconto che Liala aveva affidato alla figlia, delineandone anche il finale.
Liala rimane, ancora oggi, una delle scrittrici italiane più apprezzate, soprattutto tra il pubblico femminile. Malgrado i suoi racconti appaiano spesso datati e "melensi", è indubbio come abbia saputo coltivare la fantasia di più di una generazione di donne. I suoi libri hanno venduto più di dieci milioni di copie solo in Italia
un articolo dal quotidiano online di Varese " La Provincia di Varese ":
"Liala , dalla serie B all'università "
Qual è il segreto dell'immortalità letteraria? Amalia Liana Cambiasi Negretti Odescalchi, in arte Liala per geniale intuizione dannunziana, se l'è portato con sé, morendo novantottenne, il 15 aprile del 1995, nella villa "la Cucciola" di Varese, fatta costruire con i soldi dei diritti d'autore (era nata sul lago di Como, a Carate Lario, poi Carate Urio, nel 1897, ndr).
In una vecchia intervista televisiva - a occhio della fine dei Sessanta e riversata su You Tube - con una troupe Rai arrivata in forze sul Montello per riprendere la scrittrice nella veranda di casa, è la stessa Liala a svelarlo in parte: «Consiste nell'aver sempre capito le mie lettrici e i loro problemi», rivela sorridendo con la voce fresca di una trentenne. «Ho tanto amato e tanto sofferto per amore, e quando sono guarita di queste ferite ho trovato modo di insegnare agli altri a guarire». Sarà, ma intanto il "mal d'amore" le ha fatto vendere in Italia oltre dieci milioni di copie dei suoi ottanta romanzi, perfino l'ultimo, Con Beryl, perdutamente, pubblicato postumo nel 2007 e terminato dalla giornalista Mariù Safier, è stato in testa alle classifiche di vendita in parecchie librerie.
Per approfondire le ragioni di un successo che il tempo non sembra scalfire, il Dipartimento di Filologia moderna dell'Università Statale di Milano ha organizzato, martedì alla sala Napoleonica di palazzo Greppi, un convegno dal titolo Liala è ancora viva? coordinato da Carlo Lacaita e Vittorio Spinazzola, con interventi di noti studiosi, tra cui: Ada Gigli Marchetti («Liala e il mondo editoriale: una vita tra sogno e realtà»), Arturo Carlo Quintavalle («Le strutture narrative»), Enzo Laforgia («Suggestioni esotiche»), Bruno Pischedda («Signorsì!: Liala, Mondadori e il romanzo rosa-aviatorio») e Cesare De Michelis («Liala che torna: la parola all'editore»).
Proprio da Signorsì, ispirato dal suo amore per Pietro Sordi, aviatore pluridecorato e pubblicato quasi per scommessa da Arnoldo Mondadori nel 1931, incominciò l'inarrestabile ascesa di Liala, con il libro esaurito in venti giorni e la popolarità arrivata da un giorno all'altro e sempre cresciuta, fino a culminare, dal 1946 in poi, nell'uscita della rivista Confidenze di Liala, un giornale fatto su misura con "lezioni di vita" e di stile per ragazze e signore. «Mia madre amava il suo pubblico e ne era ricambiata, era come se le lettrici la vedessero alla macchina per scrivere, si identificavano con lei. Altro che "casalinghe frustrate e manicure senza orizzonti", come ebbe a scrivere Camilla Cederna, chi acquista i libri di Liala non ha certo la zucca vuota come quella di Halloween», dice la figlia Primavera Cambiasi, 87 anni e la stessa verve della mamma.
Il «sortilegio che incatena il pubblico femminile», come recita il sottotitolo del convegno, è fatto di poche cose: una storia ben sceneggiata, protagonisti tratteggiati senza inutili fronzoli, ambienti alto borghesi e aristocratici e, naturalmente, piloti e aeroplani, anzi velivoli, per mantenere il lessico del Vate.
«Quello di Liala è un meccanismo narrativo che funziona come un orologio, la prosa è fresca e attuale», spiega Enzo Laforgia, storico, insegnante al liceo classico «Ernesto Cairoli» di Varese e tra i relatori del convegno milanese. «Le sue sono strutture lineari che si sviluppano in un mondo talmente lontano dal nostro da condurre chi legge quasi in una dimensione onirica. Non pensiamo però a una scrittrice asessuata o per educande: c'è in ogni romanzo una vena erotica e sensuale anche cospicua, un'attenzione particolare, per esempio, all'universo olfattivo, con vere e proprie "lezioni" sull'uso dei profumi e il loro effetto variabile da pelle a pelle». I libri di Liala - all'apice della fama ne scriveva tre all'anno - considerati letteratura di consumo, sono stati ristampati in ogni tipo di edizione, compresa quella per le edicole, ma i primi, ormai introvabili (anche su Maremagnum, il motore di ricerca dei librai antiquari d'Italia, non compare nemmeno una copia della prima edizione di Signorsì) sono oggetto di culto da parte dei collezionisti, come del resto quelli della sua "rivale" Mura, morta tragicamente, per ironia della sorte, proprio in un disastro aereo.
«Leggendo i libri di Liala ho trovato, nei meccanismi narrativi, una certa affinità con quelli di Salgari: descrizioni asciutte, trama essenziale, dialoghi serrati, e sempre un sotterraneo profumo di peccato», afferma Laforgia. «Per azzardare un altro paragone, certe volte mi ricordano i romanzi borghesi di Giovanni Verga. La scrittrice indugia parecchio nelle descrizioni di ambienti sfarzosi, i suoi personaggi frequentano spesso il teatro e commentano gli spettacoli, ma non mancano splendidi affreschi di paesaggio, soprattutto quello amato dei laghi di Varese e Maggiore». In attesa del primo e-book di Liala - ma il catalogo Sonzogno conta tuttora oltre cinquanta suoi titoli - le sue "passioni infocate", come le definì Anna Banti, continuano a far sognare lettrici di ogni età, che vivono, assieme alle protagoniste un interminabile e colorato sogno che non muore all'alba.
di Mario Chiodetti